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L’euro è sempre più reversibile

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Paese a dir poco strano il nostro. Con il virus (e non necessariamente a causa di) sono morti quasi 100 mila italiani. A causa del lockdown (e non semplicemente con) risultano invece definitivamente scomparse oltre 300 mila imprese. Cui si aggiungono 200 mila partita Iva in qualche modo collegate a queste imprese. Mezzo milione di attività inghiottite nel nulla.

Nel 2020 abbiamo perso 153 miliardi di reddito. Nel 2021 se tutto va bene ne recupereremo 45. Forse. Ma in Italia di cosa si parla? Dell’irreversibilità dell’euro. Ci provano alcuni giornalisti a sfrucugliare Matteo Salvini nei giorni del dibattito sulla fiducia al nuovo governo: “Salvini l’euro è irreversibile?”. Rincara la dose il neopremier Mario Draghi nel discorso dell’insediamento: “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva sempre più integrata che approderà ad un bilancio pubblico comune”.

Chiude il cerchio Ignazio Visco Governatore di Banca d’Italia successore proprio di Draghi in quella carica. Teoricamente per dargli manforte. Teoricamente appunto. “Una moneta senza stato può durare fino ad un certo momento ma poi c’è bisogno di uno Stato e di un’unione di bilancio” ha detto Visco ricordando come attualmente la Bce sia “l’unica banca centrale federale di un insieme di paesi che non ha una struttura federale”.
Bene. Quindi basta fare gli Stati Uniti d’Europa ed il gioco è fatto. Allora si che l’euro sarà definitivamente eterno. Appunto, rimane da chiedersi quale concretezza abbia questa prospettiva. Io farei così. Sentiamo che ne pensano i tedeschi. Tipo una a caso. Angela Merkel, che lo scorso giugno ha rilasciato un’intervista ad un pool di quotidiani. Fra i quali l’italiana La Stampa. La Cancelliera stava commentando la situazione creatasi in Germania a seguito della sentenza della Corte Costituzionale di Karlsruhe con cui veniva seriamente censurata la Bce e la sua politica di soldi facili inaugurata proprio da Mario Draghi.

Riportiamo questo passaggio stranamente e casualmente non pubblicato dal quotidiano torinese ma dal Guardian. “Se la Corte Costituzionale (tedesca n.d.r.) constata che un limite è stato superato, si rivolge alla corte di giustizia europea e richiede una revisione. Fino ad ora tutte le liti sono state risolte. Ora abbiamo un conflitto. Questa è la natura della bestia (sic!), dal momento che uno stato nazionale potrà sempre rivendicare particolari poteri a meno che tutti i poteri siano trasferiti alle istituzioni europee. Cosa che di sicuro non avverrà”. Non so se vi è chiaro il concetto.

Angela Merkel chiama l’Ue “la bestia” e puntualizza come gli stati nazionali non le cederanno mai le loro prerogative. O comunque la Germania no di sicuro, perché invece i piddini di casa nostra sono soliti portare orgogliosamente l’acqua con le orecchie a Bruxelles. Sulla base di quali presupposti Angela dice questo? Dell’articolo 125 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea: “L’Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni dell’amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altri organismi di diritto pubblico o di imprese pubbliche di un altro Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto specifico”.

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