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L’Europa disumana che ha ucciso Noa

Cari amici, come credo molti di voi, anch’io stamattina sono rimasto sconvolto dalla notizia di Noa, la ragazzina olandese di 17 anni che avrebbe scelto l’eutanasia. Noa era depressa, anoressica e aveva una storia di abusi alle spalle. Non riusciva a sperare in una esistenza che non fosse segnata dalla sofferenza. Oggi abbiamo appreso che le cose non sono andate esattamente così. Noa si sarebbe lasciata morire di fame e di sete, accompagnata nel suo suicidio non assistito dalla propria famiglia, che a quanto pare non è intervenuta. Ma la depressione, con le adeguate terapie, si può e si deve curare. La magistratura olandese si direbbe indecisa se aprire un fascicolo o meno.

In ogni caso, questa vicenda ci propone un tema terribile, al quale, lo ammetto non so rispondere: come è possibile che la vita, nella civile Europa, sia tenuta così poco da conto? Siamo forse diretti verso una società inumana? Non avendo risposte, le cerco nelle parole del grande scrittore cattolico e reazionario Georges Bernanos il quale scrisse nell’immediato dopoguerra: “Il culto dell’umanità, sostituito alla religione dell’uomo, la cui espressione più alta è quel Cristianesimo che ci divinizza – voglio dire che divinizza ciascuno di noi, fa partecipare ciascuno di noi alla Divinità, dà a ciascuno di noi, al più umile tra noi, un valore infinito, degno del sangue divino; il sacrificio dell’uomo all’umanità, dell’umanità al progresso, per terminare infine con il ridicolo sacrificio del progresso alla dittatura dell’economico: questo fu il crimine che resterà per sempre come una macchia sulla parola democrazia, la forma borghese della rivoluzione”.

Togli Dio e avrai presto o tardi una società inumana. Non credo sia una risposta valida solo per chi ha fede. In realtà sradicare il Cristianesimo ha conseguenze gravi, che toccano anche chi è ateo. Per parafrasare Benedetto XVI: non conviene vivere come se Dio ci fosse?

Alessandro Gnocchi, 5 giugno 2019