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L’Europa spierà le nostre chat - Seconda parte

Perché spiare le chat viola i nostri diritti

La cosa ha acceso qualche preoccupazione in Germania, dove la giurisprudenza si interroga e conclude che questa presunzione di reità va contro ogni forma di diritto e ogni grazia d’Iddio; da parte sua, la stessa Corte di Giustizia Europea trova che “l’analisi informatizzata e permanente e completa delle comunicazioni private viola i diritti fondamentali ed è vietata”. Ma la Ue non è cosa da piegarsi a simili sottigliezze: il controllo totale della Macchina sugli umani s’ha da fare, e si fa. Nessuna riservatezza, nessuna cautela, princìpio del sospetto, giustizia penale privatizzata ovvero affidata agli stessi social che già oggi, come Facebook, invitano gli utenti a “segnalare qualcuno che secondo voi è estremista”, e c’è da rabbrividire. Senza contare che il tasso di errore su queste procedure di intelligentissima idiozia è preoccupante: “Secondo la polizia federale svizzera, il 90% dei contenuti segnalati dalle macchine non è illegale, ad esempio le foto innocue delle vacanze che mostrano bambini nudi che giocano in spiaggia”. Mentre Le statistiche sulla criminalità tedesca dimostrano che il 40% di tutte le indagini sulla pedopornografia sono rivolte ai minori”. Un capolavoro, per tutelare i minori dalla pedofilia li si considera pedofili a prescindere. Mentre i pedofili veri ricorrerranno sempre più a sistemi alternativi, sempre più deep web, sapendo che tutto ciò che brulica in superficie viene intercettato.

Chi è l’unico a combattere l’Ue

È il trionfo del velleitarismo scriteriato e tendenzialmente delinquenziale della burocrazia di Bruxelles, che, così come ha reso porosi i confini fisici, si accinge a demolire anche quelli virtuali. Ma in Italia, naturalmente, nessuno se ne occupa, i giornali tacciono, il Pd, che è la cinghia di trasmissione tra Unione e Governo nazionale, fa finta di niente. Non la fa invece un certo Patrick Breyer, europarlamentare col Partito Pirata Tedesco, il quale sul punto sta dando battaglia forsennata. Breyer è di quei visionari rompicoglioni che si fiondano ovunque ci sia tanfo di violazione, un Pannella minore che accumula azioni, diffidenza, ammirazione, sanzioni e premi in egual misura. E sarà anche un fanatico, ma di quelli che, dati alla mano, circostanze alla mano, poi è difficile ignorare e anche far tacere. Si batte per trecentomila cause, su tutte la democrazia elettronica o virtuale, e sulla fine della segretezza per la corrispondenza digitale invita a non piegarsi. Breyer sarà anche un rompicoglioni ma ha ragione: non servono vaccini al grafene per controllarci fin nell’anima, basta e avanza una risoluzione della Ue. Toc toc: a qualcuno interessa?

Max Del Papa, 6 luglio 2021

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