di Carlo Toto
Incredibile! Mentre l’Italia si trova ad affrontare una crisi economica senza precedenti a causa delle continue restrizioni, l’Europa pone la sua attenzione sulla “svolta green”. Entro il 2030 l’Europa intende fermare la produzione e la vendita di veicoli a benzina e diesel. Questa decisione potrebbe causare un danno economico ai cittadini, in quanto, saranno costretti a sostituire le proprie autovetture. Tutto questo in nome della riduzione dell’inquinamento atmosferico ed ovviamente della “tutela della salute”. Ma siamo sicuri che il problema provenga dalle auto con motore a combustione interna?
Il falso mito delle auto elettriche
Ad esempio, ad Avellino, nonostante il lockdown, le Pm10 aumentarono oltre il 100% in più rispetto al 2019. Nel 2020 sono stati 35 i capoluoghi di provincia fuorilegge per polveri sottili Pm10 con Torino maglia nera per 98 giorni di sforamento dei limiti quotidiani (40 microgrammi per metro cubo per 35 giorni all’anno secondo la legislazione europea), seguita da Venezia (88) e Padova (84). Al centro sud il primato va ad Avellino (78) e Frosinone (77). Questo emerge dal report annuale Mal’aria di città 2021 di Legambiente secondo cui preoccupa anche il confronto con i parametri Oms, più stringenti di quelli europei (20 µg/mc).
Nonostante i mesi di lockdown e la diffusione dello smart working, riporta il report di Legambiente, nel 2020 a Roma e Milano è stato superato quello che sarà il nuovo valore medio annuale suggerito dall’Oms per il biossido di azoto (NO2), ossia 20 microgrammi per metro cubo (μg/mc). Per quanto riguarda il focus su “Roma e Milano Clean Cities”, nella capitale lo scorso anno il valore medio annuo di NO2 è stato di 34 μg/m3, mentre a Milano di 39 μg/m3. In ogni caso, per Legambiente le auto restano la fonte principale di inquinamento in città. Le emissioni fuorilegge delle vetture diesel continuano a causare un aumento della mortalità, come è emerso anche da un recente studio che si inquadra nella più ampia iniziativa transfrontaliera sull’inquinamento del traffico urbano Clean Air For Health la quale stima per la prima volta in assoluto la quota di inquinamento a Milano imputabile alle emissioni delle auto diesel che superano, nell’uso reale, i limiti fissati nelle prove di laboratorio alla commercializzazione.
È necessario evidenziare che il passaggio ad auto elettriche non garantisce pienamente il rispetto dell’ambiente perché milioni di batterie dovranno essere smaltite successivamente. L’accelerazione delle immatricolazioni delle auto elettriche, + 155% rispetto al 2019 pari a circa 30mila nuove auto dovuta alla rivoluzione green del settore automotive determinerà una domanda esponenziale di batterie al litio e alla necessità di procedure ecologiche per lo smaltimento e il recupero degli accumulatori. Erion Energy, il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Rifiuti di Pile e Accumulatori, stima che se nel 2030 si dovessero riciclare tutte le batterie delle elettriche immesse sul mercato fino al 2020, dovremmo attrezzarci per la raccolta e il trattamento di circa 28.000 tonnellate di rifiuti.
Le tappe del cambiamento
Le autovetture e i furgoni (“veicoli commerciali leggeri”) sono responsabili rispettivamente di circa il 12% e il 2,5% delle emissioni totali dell’UE di anidride carbonica (CO2), il principale gas a effetto serra. Per questo motivo, il 17 aprile 2019, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato il regolamento (Ue) 2019/631, che definisce gli standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 per le nuove autovetture e per i nuovi furgoni nell’Ue, entrato in vigore il 1° gennaio 2020, sostituendo e abrogando le normative precedenti. Per far diventare l’Europa “climaticamente neutra” entro il 2050, l’Unione ha in programma la riduzione netta di almeno il 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, con nuovi limiti e obiettivi che Bruxelles intende perseguire dal 2025 (tra poco meno di 4 anni quindi) al 2030. Il regolamento include un meccanismo per incentivare l’adozione di veicoli a impatto zero o a basso impatto ambientale, ma prevede anche tutta una serie di sanzioni per bloccare la produzione e la vendita dei veicoli a benzina e/o diesel a partire dal 2030. Si potranno però acquistare e vendere auto usate con motore a combustione interna, in quanto il blocco è previsto solo per i veicoli nuovi.
Ma in tutta questa frenetica corsa verso un “mondo green” che necessita di tantissimi investimenti, non vediamo altrettanto zelo purtroppo per la destinazione di grandi fondi per la salvaguardia del tessuto produttivo economico italiano ed europeo, stremato dalle restrizioni senza fine.