Esteri

La guerra in Ucraina

L’ex capo Cia avvisa Putin: “In caso di nucleare, elimineremo i russi”

Il Cremlino non esclude lo scenario dell’atomica. La Nato rimane pronta ad ogni evenienza

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Cresce il rischio di escalation nucleare tra Mosca e Kiev. Dopo l’annessione di qualche giorno fa di quattro regioni dell’Est ucraino; poche ore fa, è arrivata la definitiva ratificazione da parte della Duma. Qualsiasi attacco nei confronti di questi territori, secondo quanto detto dal portavoce della presidenza russa Peskov, costituirebbe una diretta lesione della sovranità territoriale della Federazione.

Rischio nucleare

Nel frattempo, le tensioni tra Occidente e Cremlino continuano ad aumentare. Nella giornata di oggi, il diplomatico russo in Italia è stato convocato alla Farnesina: il governo Draghi ha rimarcato, ancora una volta, l’illegittimità dei referendum “farsa”, sostenuti e riconosciuti da Mosca, portando alla categorica “respinta della presa di posizione italiana”, da parte del rappresentante Sergei Razov.

Ma l’attenzione della comunità interazionale è tutta incentrata sulla questione dell’arma atomica. Più volte, il Cremlino ha minacciato il suo utilizzo, in una funzione di deterrenza. Ed è proprio di questa mattina, la richiesta da parte del leader ceceno Kadyrov di usare armi nucleari a bassa potenza, capaci di circoscrivere i danni a determinate regioni, città o territori dell’Ucraina. In questo caso, è evidente l’impossibilità, da parte di Usa ed alleanza atlantica, di intervenire in misura proporzionata all’atomica, visto che l’aggressione rimarrebbe pur sempre sul suolo di Kiev.

Replica ex capo Cia

Nonostante tutto, il portavoce russo Peskov ha già liquidato come “emotiva” la richiesta del capo ceceno, anche se un eventuale attacco nucleare non può essere totalmente escluso. Lo stesso Putin, infatti, ha ribadito come l’utilizzo delle armi in questione “potrebbe avvenire solo in accordo con la dottrina sulla deterrenza“. Un’affermazione generale, ma che non contiene una smentita categorica a riguardo.

Immediate, sono state le risposte da parte dei vertici occidentali. Due giorni fa, il segretario della Nato Stoltenberg ha ribadito “l’Ucraina ha il diritto di recuperare i territori occupati dalla Russia” e che l’alleanza si mantiene “vigile, monitorando cosa fanno le forze militari della Russia”. Ma la bomba della giornata arriva dall’ex capo della Cia americana, il generale Petraeus: in caso di utilizzo dell’atomica, ecco che l’alleanza atlantica dovrà essere pronta ad intervenire ed eliminare gli invasori russi in Ucraina.

Avvertimento Nato

La posizione dell’ex leader dei servizi segreti Usa è chiara: la Russia ha a disposizione più testate nucleari di tutti i Paesi Nato messi insieme. E prosegue: “Un attacco nucleare non potrebbe rimanere senza risposta. Ma non deve essere per forza una risposta maggiore: non è nucleare per il nucleare. Non si vuole, di nuovo, entrare in un’escalation, ma devi dimostrare che questo non può essere accettato in alcun modo”. L’obiettivo, appunto, dovrebbe essere quello di eliminare ogni “forza convenzionale russa che possiamo identificare sul campo di battaglia in Ucraina, anche in Crimea e ogni nave nel Mar Nero”. Insomma, sarebbe doveroso, secondo Petraeus, un intervento diretto delle truppe Nato, a sostegno della resistenza ucraina. Uno scenario che, di fatto, rischierebbe di estendere le belligeranze su scala internazionale.

La stessa Casa Bianca, poche ore fa, ha dichiarato di essere pronta ad “agire in modo deciso contro la Russia”, nel caso dell’utilizzo della bomba nucleare. Il presidente Biden ha ricordato a Putin la numerosa presenza di soldati americani in Europa, “pronti ad intervenire ad ogni evenienza”. Il mondo rimane appesa ad un filo.

Matteo Milanesi, 3 ottobre 2022