Biblioteca liberale

Liberi di scegliere (Milton e Rose Friedman)

Liberi di scegliere

Autore: Milton and Rose Friedman
Anno di pubblicazione: 2016

In questa rubrichetta ovviamente ne abbiamo già parlato, ma dopo la manovra finanziaria del governo giallo-verde, quella che prevede più deficit per fare più assistenzialismo e che proclama di “abolire la povertà” per decreto, ci è venuto subito in mente un capitoletto di Liberi di Scegliere (edizione Ibl), magnifico testo raccolto da una serie televisiva condotta da Milton e Rose Friedman. La presentazione, come sempre deliziosa, è di Sergio Ricossa.

Il capitolo in questione si intitola dalla Culla alla tomba, e solo fino a qualche anno fa poteva sembrare datato. Ritenevamo, a torto, che l’idea di uno Stato occupato a risolvere i nostri problemi fosse un’illusione per sempre scomparsa. Poveri ingenui. Ritenevamo, a torto, che le nuove frontiere del liberalismo avessero a che fare con la genetica, con i dati, con la privacy, insomma con i nuovi rischi per la nostra schiavitù.

Siamo ritornati indietro: i giovani che ci guidano, nella totale ignoranza, delle ricette che adottano sono duqnue dei reazionari del pensiero. Mai avremmo creduto di ripetere con Friedman: “Se tu paghi la gente che non lavora e la tassi quando lavora, non essere sorpreso se produci disoccupazione”. È proprio quanto rischieremo di fare con l’attuale manovra finanziaria. Rileggendo Liberi di scegliere in fondo avremmo dovuto sapere che l’assistenzialismo è un virus duro a sconfiggere: “ l  fallimento  della  pianificazione  e  della  nazionalizzazione non ha eliminato le sollecitazioni in favore di un settore  pubblico  sempre  più  grande.  Quest’ultimo  ha  semplicemente  modificato  la  sua  direzione.  L’accrescimento  del settore  pubblico  prende  attualmente  la  forma  di  programmi  assistenziali  e  attività  regolatorie”.

La questione è in fondo semplice: all’origine c’era il comunismo con la statalizzazione dei mezzi di produzione, poi il socialismo con la pianificazione e la nazionalizzazioni, poi la socialdemocrazia e oggi il populismo economico.  “Nonostante  il  fallimento  di  questi  programmi – aggiungono i Friedman – la  pressione  per  ampliarli  cresce.  i  fallimenti  sono  attribuiti all’avarizia  del  congresso  nello  stanziamento  dei  fondi,  e così  vengono  affrontati  con  rivendicazioni  di  programmi ancora  più  imponenti.  interessi  particolaristici  che  traggono  beneficio  da  programmi  specifici  premono  per  il  loro ampliamento:  tra  questi  interessi,  al  primo  posto,  vi  è  una burocrazia  pletorica,  che  gli  stessi  programmi  hanno  moltiplicato”.

E infine: “Il  problema  finanziario  a  lungo  termine  della  Sicurezza sociale  nasce  da  un  fatto  semplice:  il  numero  delle  persone che  ricevono  pagamenti  dal  sistema  è  aumentato  e  continuerà  ad  aumentare  più  rapidamente  del  numero  di  lavoratori  sui  salari  dei  quali  è  possibile  operare  un  prelievo per  finanziare  quei  pagamenti”.

Se solo qualcuno dalle parti della Lega avesse letto queste righe.

Nicola Porro, Il Giornale 30 settembre 2018