In questa rubrichetta ovviamente ne abbiamo già parlato, ma dopo la manovra finanziaria del governo giallo-verde, quella che prevede più deficit per fare più assistenzialismo e che proclama di “abolire la povertà” per decreto, ci è venuto subito in mente un capitoletto di Liberi di Scegliere (edizione Ibl), magnifico testo raccolto da una serie televisiva condotta da Milton e Rose Friedman. La presentazione, come sempre deliziosa, è di Sergio Ricossa.
Il capitolo in questione si intitola dalla Culla alla tomba, e solo fino a qualche anno fa poteva sembrare datato. Ritenevamo, a torto, che l’idea di uno Stato occupato a risolvere i nostri problemi fosse un’illusione per sempre scomparsa. Poveri ingenui. Ritenevamo, a torto, che le nuove frontiere del liberalismo avessero a che fare con la genetica, con i dati, con la privacy, insomma con i nuovi rischi per la nostra schiavitù.
Siamo ritornati indietro: i giovani che ci guidano, nella totale ignoranza, delle ricette che adottano sono duqnue dei reazionari del pensiero. Mai avremmo creduto di ripetere con Friedman: “Se tu paghi la gente che non lavora e la tassi quando lavora, non essere sorpreso se produci disoccupazione”. È proprio quanto rischieremo di fare con l’attuale manovra finanziaria. Rileggendo Liberi di scegliere in fondo avremmo dovuto sapere che l’assistenzialismo è un virus duro a sconfiggere: “ l fallimento della pianificazione e della nazionalizzazione non ha eliminato le sollecitazioni in favore di un settore pubblico sempre più grande. Quest’ultimo ha semplicemente modificato la sua direzione. L’accrescimento del settore pubblico prende attualmente la forma di programmi assistenziali e attività regolatorie”.
La questione è in fondo semplice: all’origine c’era il comunismo con la statalizzazione dei mezzi di produzione, poi il socialismo con la pianificazione e la nazionalizzazioni, poi la socialdemocrazia e oggi il populismo economico. “Nonostante il fallimento di questi programmi – aggiungono i Friedman – la pressione per ampliarli cresce. i fallimenti sono attribuiti all’avarizia del congresso nello stanziamento dei fondi, e così vengono affrontati con rivendicazioni di programmi ancora più imponenti. interessi particolaristici che traggono beneficio da programmi specifici premono per il loro ampliamento: tra questi interessi, al primo posto, vi è una burocrazia pletorica, che gli stessi programmi hanno moltiplicato”.
E infine: “Il problema finanziario a lungo termine della Sicurezza sociale nasce da un fatto semplice: il numero delle persone che ricevono pagamenti dal sistema è aumentato e continuerà ad aumentare più rapidamente del numero di lavoratori sui salari dei quali è possibile operare un prelievo per finanziare quei pagamenti”.
Se solo qualcuno dalle parti della Lega avesse letto queste righe.
Nicola Porro, Il Giornale 30 settembre 2018