Liberiamo la scorta da Saviano

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Il mio non è un appello per togliere la scorta a Saviano, ma per dare finalmente libertà che dal 2006 sono costretti a non fare niente tutto il giorno mentre il “Giovane Holding” è impegnato tra una sartoria e l’altra (il suo look ultimamente è molto cambiato: da Mujaheddin contro la camorra a un Tom Wolfe targato Marinella sartoria).

I suoi libri continuano ad essere un flop: quando Feltrinelli lo strappò alla Mondadori per milioni di euro, il responsabile della narrativa Feltrinelli fu licenziato. Ormai Saviano è una caricatura di sé stesso. Ho avuto modo più volte di parlare con gli uomini della sua scorta, mentre Holding firmava libri (pochi) e selfie (molti) e mi hanno confessato di non essere mai stati così poco impegnati come con Saviano. Sono intrappolati nella noia delle sue giornate che non manca mai di farci immaginare come un inferno: in realtà ormai la scorta andrebbe sostituita con dei figuranti o con i gladiatori che fanno le foto davanti al Colosseo.

Liberiamo la scorta da Saviano perché sono anni che sono vittime sacrificali della Saviano S.p.a.: mentre lui ormai e’ diventato uno sceneggiatore di film e serie tv che hanno stancato (si pensi al flop dell’ultima serie di “Gomorra” ) il resto della sua vita è una sceneggiata. I tanti temuti Casalesi sono anni che avrebbero potuto colpirlo, come ci ha insegnato la storia nessuna scorta protegge nessuno da un attentato. È che i Casalesi hanno altro da fare, e con “Gomorra” trovano nuovi giovani affilati affascinati dalla serie tv. Mentre gli uomini della sua scorta rischiano la noia più che la morte sono costretti, con uno stipendio mensile che oggi Saviano spende in un giorno per un abito, a onorare la propria divisa servendo gli interessi di uno Stato che vuole Saviano come un eroe avendo già eliminato quelli più pericolosi, Falcone e Borsellino (che per Saviano ormai è più un cappello che un giudice).

Saviano è un eroe da cartolina, da esposizione: mai che in una intervista si soffermi su chi lo difende, mai che abbia scritto un libro su di loro che sono le vittime sacrificali di una sceneggiata unicamente da vaudeville. Saviano ormai è un innocuo provocatore: difende i clandestini che sbarcano mentre dovrebbe essere lui ad essere messo su un barchino e lasciato andare in mare aperto verso la Libia, anziché vivere tra un attico a Roma e un grattacielo a New York. Saviano è un teleimbonitore che farà la fine di Wanna Marchi e di Mamma Ebe: il miglior personaggio che abbia inventato, gli altri li ha copiato come dalle sentenze che lo hanno condannato. Lasciamo libera la sua scorta, facciamolo per questi uomini costretti ad accompagnarlo nel centro di Roma a mangiare un gelato mentre scrive i suoi editoriali repubblichini da un pulpito che ormai non gli concede nemmeno Fabio Fazio.

I Casalesi, i camorristi o qualsiasi delinquente se la prendono maggiormente con chi li ignora rispetto a uno che quasi quasi li mette nel presepe di Natale. Sarebbe bella una dichiarazione di qualche camorrista che confessi che per loro Saviano è un pubblicitario.

In sintesi: dal 2006 sono trascorsi 13 anni che persino nella smorfia napoletana rappresenta la “sfortuna”. E magari è questo ciò per cui i Casalesi possono rappresentare un pericolo: ai botteghini del Lotto. Se Saviano continua così rischia di far vincere i Casalesi anche al Lotto.

Gian Paolo Serino, 25 settembre 2019

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