Con un tempismo invidiabile, degno di un vero bomber di razza, l’inarrestabile ideologia green sbarca ufficialmente in Serie A. Dopo aver pervaso tutti i settori nevralgici della vita dell’individuo, la martellante propaganda ecologista si impossessa anche del campionato italiano di calcio, e lo fa nel momento cruciale, quello che deciderà le sorti di un’intera stagione calcistica: il Derby di Milano. Lunedì sera, a San Siro, andrà in scena lo scontro al vertice tra le due milanesi, Milan e Inter, una stracittadina dal sapore agrodolce per i due club del capoluogo lombardo, in quanto, un’eventuale vittoria dei nerazzurri potrebbe portare in dote alla Milano interista scudetto e seconda stella. Mica pizza e fichi.
Ma nonostante l’attesa febbrile, possibile presagio del delirio per l’intera galassia nerazzurra, i giocatori dell’Inter non entreranno in campo soltanto per vincere il derby e tentare di cucirsi addosso l’agnognata seconda stella al termine di un indimenticabile match contro i cugini. Perché, a quanto pare, la partita valevole per lo scudetto dovrebbe parzialmente cedere il passo alla solita litania ecologista, valida per tutte le stagioni e per tutte le occasioni. Ebbene sì, anche l’attesissimo derby scudetto sarà l’occasione buona per evocare il catastrofismo apocalittico in salsa green e perorare la causa climatista. Così, d’intesa con il WWF che ha promosso la campagna “Il panda siamo noi”, lunedì sera i numeri di maglia di ogni giocatore interista saranno associati, tramite un’apposita fascetta cucita sulla manica, ai numeri dell’emergenza climatica.
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Per intenderci: 1, Sommer, “Abbiamo 1 solo pianeta a disposizione”; 9, Thuram, “gli ettari di foreste che vengono distrutti ogni minuto”; 10, Lautaro, “il calo medio percentuale della biodiversità negli ultimi 14 anni”; 20, Çalhanoglu, i decessi in Europa per caldo estremo nel 2022″, e così via per ognuno dei calciatori nerazzurri.
E così, ecco che anche la gara più avvincente ed attesa del campionato di calcio sarà trasformata nel solito teatrino politicamente corretto ed ecologicamente sostenibile utile a bombadare mediaticamente il tifoso con continui richiami all’emergenza e a diffondere ad ogni latitudine il sacro verbo climatista.
Salvatore Di Bartolo, 19 aprile 2024
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