L’ideologia verde sforna il “capezzolo green”

L’ultima idiozia targata Kim Kardashian: il reggiseno spacciato per battaglia al cambiamento del clima

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kardashian capezzolo green

Moderni persuasori del nulla: chiedo scusa se scomodo un mio libro di un paio d’anni fa sugli influencer – contro gli influencer – ma ancora non trovo definizione migliore: persuasori del nulla, che sfornano il nulla, regolarmente in modalità imbonitore quando non truffaldina. Ogni giorno la sua conferma e l’ultima proviene da questa Kim Kardashian, una la cui vita sprecata piace molto alla stampa pro Hamas, questi moderni moralisti del nulla, perché, testuale, “fa soldi”.

Non c’è dubbio, lei e la sorella, sedere di ampiezza pari alla platea dei follower, figlie di un potentissimo avvocato riuscito a farla fare franca pure a OJ Simpson, i guadagni li contano in miliardi. Di dollari. Poi bisognerebbe vedere come, da dove arrivano e qui i giornali progressisti, giusto un filo comunisti, si arrendono, si scappellano, attaccati ai soldi come sono (non sarebbero di tendenza comunista). L’ultima trovata della Kim supera le colonne d’Ercole del buffonesco per sbarcare direttamente nel Regno di Cialtronia: lei la annuncia in un video da Barrelhouse, quelle due giberne, per dirla alla Lino Banfi, che esplodono da un tubino a pelle e difatti tutto si tiene: trattasi di patetica acqua calda, una specie di reggiseno coi capezzoli in tiro. Si sarà detta, Kim: il reggitette con le tette finte l’hanno già inventato, io faccio quello con i bottoni finti. Sai che trovata. Ma il meglio viene quando lei cerca di legittimarlo alla luce della tutela del pianeta, dei cambiamenti climatici: “La temperatura della Terra si fa sempre più calda. Il livello dei mari si sta alzando. I ghiacciai si stanno ritirando. Non sono una scienziata, ma credo che ognuno possa usare le proprie capacità per fare la sua parte.” Linguaggio da venditore delle tre carte, retorica da strapazzo, cercansi testimonial, no Grete e Carole, per evidenti limiti mammari.

Ecco cosa significa essere persuasori del nulla: sfornare un reggi-capezzoli di gomma, o plastichina, o seta, a 70 euro può sembrare una “rapina” sulle spalle di tante (ma anche maschi, vedrete: il woke ha i suoi comandamenti che la decenza non conosce) che del resto se la meritano: ecco, qui davvero si può dire, se la sono cercata. Siamo al ridicolo? Sì, certo; siamo all’innocuo? No, per niente: “Ho lanciato un nuovissimo reggiseno con capezzoli integrati. In questo modo, non importa quanto faccia caldo… sembrerà sempre che tu abbia freddo”.

Kim tra l’elenco di uomini & donne cui risulta essersi legata può vantare, peraltro, quel Kayne West, ufficialmente rapper, distintosi per posizioni e toelette di sapore squisitamente, inequivocabilmente nazista: ci ha fatto quattro figli, di cui un paio con le tecniche artificiali. Nel mondo delle Kim non manca niente, c’è di tutto, di più e il suo contrario. Ci sono i valori alla moda, la tutela del pianeta, che chissà perché dovrebbe passare per un reggiseno da vacche alla monta: difatti non ci passa, secondo una piattaforma dedicata “Questo marchio fornisce informazioni insufficienti su come riduce il proprio impatto sulle persone, sul pianeta e sugli animali. Avete il diritto di sapere come i prodotti che acquistate influiscono sulle questioni che vi stanno a cuore. SKIMS è valutato complessivamente come ‘Da evitare'”. E io che vi avevo detto? Praticamente le danno della imbrogliona, ma con frasario inattaccabile. Quando basterebbe una domandina semplicissima: senti un po’, furbastra: in che modo una biancheria con due capezzoli artificiali potrebbe “difendere il pianeta”?

E questo, nel pianeta influencer, è il meglio del meglio. Noi, in Italia, come sempre facciamo un po’ la figura dei provinciali dell’impero, anche se va detto che ci facciamo rispettare: con la Chiara Ferragni, quella che vende bottigliette d’acqua liscia a 8 euro, infradito cinesi a 15 (costo unitario: pochi centesimi), va a Sanremo a dimostrare di non saper (nemmeno) leggere bene, e, da ultimo, si ripropone in una penosa imitazione di Sharon Stone che scavalla (lascia perdere, per la carità). O quell’altra, la ex fidanzata dei Maneskin, del fluido dei Maneskin, dopo essersi giocata, nell’ordine: la vulvodinia, che è una patologia intima forse di origine transilvanica, le ascelle depilate a mezzo, alcuni tentativi stentati di farsi passare per poetessa e scrittora, l’attivismo sessuale, quello climatico, il sostegno a Gaza con triplo salto mortale carpiato si è appena sparata per Halloween le pose da Cat Woman, il seno che scoppia nella tuta di latex, però senza capezzoli fittizi. E questo è quanto.

Max Del Papa, 2 novembre 2023

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