Liguria al voto: la sinistra rischia la figuraccia, ecco perchè Bucci può fare l’impresa

Gli ultimi sondaggi e il nervosismo di Orlando testimoniano le difficoltà di chi pensava di vincere facilmente dopo le dimissioni di Toti

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Bucci e Orlando

Le elezioni regionali in Liguria entrano nel vivo. Urne aperte da oggi dalle 7 del mattino fino alle 23 e poi anche lunedì dalle 7 alle 15 per scegliere il nuovo governatore e comporre il nuovo Consiglio regionale. 1.348.601 gli elettori liguri chiamati alle urne anche se l’affluenza resta un’incognita, anche a causa del maltempo: la regione è in allerta meteo arancione. Sono nove i candidati alla carica di presidente della Liguria, ma ovviamente la sfida sarà a due: da una parte Marco Bucci, sostenuto dal centrodestra, dall’altra Andrea Orlando, sostenuto da Pd, M5s, Avs e Azione.

La Liguria torna a votare con un anno di anticipo a causa delle dimissioni di Giovanni Toti, coinvolto in un’inchiesta per corruzione che lo scorso 7 maggio ha portato a diversi arresti. Come anticipato a proposito dell’incognita affluenza, riflettori accesi sul maltempo, con le prefetture impegnate a seguire le operazioni di allestimento dei seggi. Al momento non risultano spostamenti di seggio nel genovesato, mentre in provincia di Savona sono 4 i comuni che hanno comunicato i trasferimenti di sede: parliamo di Vado Ligure, Quiliano, Spotorno e Borgio Verezzi.

Complice quanto accaduto a Toti, la sinistra ha sempre pensato di portare a casa la vittoria con grande facilità. Il centrodestra però ha fatto quadrato e ha individuato un candidato autorevole come Bucci, già apprezzato (anche da parte della sinistra) come sindaco di Genova. Una scelta che ha destato un po’ di nervosismo, complici i cambiamenti nei sondaggi sempre meno sorridenti a Pd e compagnia cantante. Emblematico il nervosismo di Orlando durante la campagna elettorale, tale da spingerlo a inventarsi una presunta aggressione del rivale all’Expo della Fontanabuona. “Bulletto”, l’accusa dell’ex ministro. Tutto falso, come testimoniato dai video pubblicati successivamente.

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A proposito dei sondaggi, gli ultimi dati disponibili prima del silenzio hanno registrato il sorpasso di Bucci ai danni di Orlando. Entrando nel dettaglio della rilevazione riportata dal Corriere della Sera, il sindaco di Genova era quotato al 49 per cento, con Orlando fermo al 46 per cento. Numeri da prendere con le pinze, considerando la fetta di indecisi: solo il 47 per cento degli elettori s’era dichiarato certo di recarsi alle urne. Ma c’è un altro dato che ha spaventato i compagni: dopo due legislature al potere e un’inchiesta dal finale imprevedibile, il 42 per cento degli intervistati aveva giudicato positivamente il lavoro di Toti. Percentuali che alcuni governatori dem non raccolgono nemmeno alla prima legislatura.

Insomma, la sinistra non ha nascosto la sua preoccupazione dopo settimane di atteggiamento tracotante. Un ulteriore segnale della disperazione di Orlando riguarda Italia Viva, con i renziani rimasti fuori dalla coalizione per i diktat di Giuseppe Conte. Il partito del senatore di Rignano ha ritirato la sua lista e tutti i candidati. Ma non solo: “In Liguria i nostri elettori hanno piena libertà di voto. Sceglieranno loro il governatore che riterranno migliore”, l’indicazione agli elettori. Nessun endorsement a Bucci, ma nemmeno Orlando. E nelle scorse ore, alla ricerca di qualche voto, l’ex titolare della Giustizia ha tenuto a supplicare i seguaci di Renzi: “Votate me, sono più moderato”. Lo zenit della disperazione. Concreto, invece, l’ultimo appello di Bucci ai microfoni di Libero: “A sinistra litigano e basta. Noi invece andiamo tutti d’accordo. Questo significa che se vinciamo noi, le cose si fanno. Se vince la sinistra, la Liguria dovrà rinunciare a 18 miliardi di opere pubbliche stanziati per il suo sviluppo. Addio a Diga Foranea, Alta Velocità, Tunnel, Gronda…”.

La partita è apertissima e potrebbe essere decisa da una manciata di voti. Rispetto alle premesse, la sinistra rischia una figuraccia storica, con buona pace di accozzaglie poco coerenti e destinate al fallimento.

Franco Lodige, 27 ottobre 2024

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