La politica green continua a far discutere nelle sue diverse applicazioni. Ormai è partita, anche in Italia, precisamente a Bologna, la sperimentazione della “Città30” che mira a imporre il limite di velocità a 30 chilometri orari sulla rete stradale cittadina, ad eccezione dei grandi assi di scorrimento. Il progetto nasce dalla volontà della giunta Pd guidata da Matteo Lepore, ma l’iniziativa non piace a destra.
Fratelli d’Italia ha aperto una petizione contro la delibera del sindaco, definita dal capogruppo Stefano Cavedagna una «decisione ideologica e scellerata», mentre la Lega intende proporre un referendum per fare scegliere ai cittadini: «Visto che si tratta di una scelta che rischia di condizionare radicalmente la vita di tutti i cittadini. Diamo ai bolognesi la possibilità di partecipare ed esprimersi».
Non solo Bologna, anche Milano
Nel 2024, anche Milano si appresta ad imporre il limite di velocità già in vigore a Bologna. Non c’è da meravigliarsi, alla luce dei recenti provvedimenti di Sala che hanno generato malcontento per gli aumenti del costo da 5 a 7,50 euro per l’ingresso in Area C, ossia nel centro. La politica “green” rischia di realizzare una società per soli ricchi. E se non sorprende che l’accesso al centro storico in macchina stia diventando sempre più un lusso che in pochi possono permettersi, inaspettata è la proposta del sindaco di estendere il pagamento per l’Area C anche ai weekend.
L’ira di Salvini
Matteo Salvini lancia dure critiche ai sindaci delle due maggiori città italiane per la gestione delle zone a traffico limitato. Il ministro dei Trasporti, non nuovo ad attaccare il primo cittadino di Milano, di recente ha criticato anche l’omologo di Roma, Roberto Gualtieri, per l’inasprimento (comunque rientrato, seppur parzialmente, dopo le proteste dei cittadini e il dissenso all’interno del centrosinistra capitolino) dei divieti di ingresso nel centro della capitale.
“Il discorso è uguale a quello di Milano: se uno non ha adesso 40 mila euro per comprare un’auto nuova o elettrica o cambiare un furgone, la risposta non può essere quella di spennarlo e impedirgli di lavorare”, ha affermato Salvini a Unomattina. E ancora, ha continuato il ministro: “Se a Roma o a Milano gli impedisci di lavorare, non avrà mai i soldi per cambiare l’auto o il furgone, quindi spennarlo non mi sembra una soluzione intelligente”.
L’attacco di Guccini
«La città a 30 chilometri all’ora? Non ho la patente, ma ho fatto la prova con mia moglie Raffaella. Non si riesce: ci deve essere un piano diverso, bisogna privilegiare i mezzi pubblici», si è sbilanciato invece Francesco Guccini. Il cantautore ha dialogato al chiostro Santo Stefano a Bologna con il cardinale Matteo Maria Zuppi, insieme a don Luigi Verdi della Fraternità di Romena in Toscana, sul tema della memoria. «Guccini è un caro amico – ha sottolineato Zuppi – Con la sua cultura ha saputo esprimere tante situazioni, ci ha fatto conoscere tanta attenzione alla grandezza della vita. Il finale di “Dio è morto” prova ad apparire ingenuo, in realtà penso sia molto vero».
Carlo Toto, 8 luglio 2023