Cronaca

L’incredibile video del Bayesian: ecco lo yacht in fondo al mare

Esclusiva di Quarta Repubblica: le immagini del veliero dopo il naufragio al largo di Porticello

La tragica notte in cui lo yacht Bayesian è sprofondato nelle acque vicino a Porticello, a Palermo, continua a suscitare domande e teorie, soprattutto alla luce di alcuni indizi che sembrano contraddire le prime ipotesi sull’accaduto. Lo yacht, considerato quasi “inaffondabile” per le sue caratteristiche tecniche, è da quasi due mesi adagiato sul fondale marino inclinato sul suo lato destro. Sino ad oggi solo i sommozzatori avevano potuto vederlo da vicino. Adesso, il video divulgato da Quarta Repubblica permette a tutti di farsi un’idea. È un documento straordinario: l’immagine dettagliata dello scafo, situato a 52 metri sotto acqua, in cui si vede il lato sinistro del Bayesian e i luoghi dove si ritiene siano state trovate le vittime.

Intanto procede l’inchiesta guidata dalla procura di Termini Imerese. Tre i membri dell’equipaggio indagati: il capitano James Cutfield, il marinaio Matthew Griffiths e l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton, che sono stati interrogati ma poi hanno avuto il permesso di lasciare l’Italia. La questione delle responsabilità e delle decisioni prese dall’equipaggio durante quelle ore cruciali rimane pertanto aperta e oggetto di indagine.

Un aspetto cruciale è rappresentato dalle misure di sicurezza adottate a bordo e dalle procedure seguite dall’equipaggio di fronte alle avverse condizioni meteorologiche. Ma le ipotesi sull’affondamento si sprecano. L’equipaggio era pronto ad affrontare una tempesta? La nave ha avuto qualche malfunzionamento? Oppure lo yacht è stato deliberatamente affondato, magari per dare la caccia ai segreti di Mike Lynch?

Una serie di fotografie sembrano intanto scartare l’ipotesi, sin qui la più accreditata, che a far colare a picco la nave sia stata la dimenticanza di un portellone aperto. Alcune fotografie scattate poco prima del fatale incidente, e mostrate da Quarta Repubblica la scorsa settimana, dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio che lo scafo era completamente sigillato.

Inoltre, si levano dubbi riguardo all’affidabilità dei dati di navigazione, in particolare sul sistema AIS, che avrebbe dovuto registrare la posizione e i movimenti della nave e che invece ha avuto un malfunzionamento da due ore prima della tragedia.