Perdoniamo a Bankitalia di non aver visto le crisi di Monte dei Paschi, le banche Vicentine, Banca Etruria, Carige, Banca Popolare di Bari ed altre minori ma potremmo perdonare a Lei ed alla sua dante causa Bce di aver alimentato l’inflazione se questa dovesse andare fuori controllo? Il biasimo per i banchieri trascinerebbe nel fango anche chi ha, giustamente, nel 2012 ha iniziato la stampa di denaro e con lui un’intera classe politica che si è solo adeguata all’andazzo generale per gestire quel fiume di denaro che usciva dalle casse dello Stato perché finanziato dai generosi acquisti della Bce. La politica negli ultimi dieci anni si è adagiata finanziando ed intervenendo con denaro pubblico ogni crisi, ogni necessità ogni fallimento.
Lo Stato è entrato in Ilva, ha costituito una nuova compagnia aerea, ha erogato garanzie pubbliche per 500 miliardi di euro, ha sussidiato la popolazione tramite bonus vari e reddito di cittadinanza ed i politici si sono addormentati. L’importante è stare dal lato di chi apriva i rubinetti, in maggioranza con chiunque ed a qualunque costo in un abbassamento costante del livello dell’elaborazione politica economica e culturale. Siamo arrivati al minimo storico di qualità della classe politica, ad un punto così basso che sono stati chiamati i “migliori” a gestire lo Stato ed anche in questo caso senza visione, senza prospettiva senza slancio.
L’inflazione potrebbe spezzare la politica delle banche centrali provocando una crisi finanziaria senza precedenti che lascerebbe tutti al tappetto. Mi auguro che non succeda, ma se succedesse potrei trovarmi d’accordo con alcuni ambienti culturali che di fronte alla pochezza del dibattito politico in corso iniziano a dire “l’inflazione ci salverà”.
Antonio Rizzo, 9 dicembre 2021