Avete presente i piani quinquennali dell’Urss? Ecco, non siamo a quei livelli ma poco ci manca. Nei giorni scorsi Nicola Zingaretti, il fratello meno famoso della famiglia, ha diffuso un video sui suoi canali social passato (per fortuna) in sordina. Il cuore sta tutto in una frase, semplice eppure incredibilmente vera, sulla “differenza tra noi”, cioè la sinistra, e “la destra” (inteso come Fi, Lega e FdI). State a sentire: “Noi vogliamo creare ricchezza e ridistribuirla all’insegna della giustizia”.
Solo ad ascoltarla, mette i brividi. Però va dato atto a Zinga di essere stato sincero, di non aver coperto le proposte del Pd con finto liberalismo, con dichiarazioni d’amore per la libertà d’impresa. Quella del governatore del Lazio, candidato alle elezioni politiche del 25 settembre, è una sorta di operazione verità: se votate Pd sapete che vi aspetta “ridistribuzione della ricchezza”. Legittimo, ma ricorda i tempi di Marx e Engels. Scrive infatti la Treccani alla parola comunismo: “Dottrina che propugna un sistema sociale nel quale sia i mezzi di produzione sia i mezzi di consumo sono sottratti alla proprietà privata e trasformati in proprietà comune, e la gestione e distribuzione di essi viene esercitata collettivamente dall’intera società nell’interesse e con la piena partecipazione di tutti i suoi membri”. In sintesi: “Noi vogliamo creare ricchezza e ridistribuirla all’insegna della giustizia”. Bravo Zinga.
Ora si capisce bene come Enrico Letta ha scelto lo stile della sua campagna elettorale. Basta osservare i nuovi cartelloni elettorali, divisi a metà tra il nero (intesa Giorgia Meloni) e il rosso (col sorridente segretario dem). Sintesi del messaggio: noi contro di loro. Posto che spacciare il centrodestra come “nero” potrebbe apparire operazione azzardata, è invece una scelta perfetta quella di auto-assegnarsi un colore rosso-comunismo. Lo si capisce dal discorso di Zingaretti (“ridistribuire, ridistribuire”), ma pure dai piani di Nicola Fratoianni che del Pd è fedele alleato. Per risolvere l’annoso problema dell’inflazione, il leader di Sinistra Italiana è infatti tornato a proporre la “patrimoniale sulle grandi ricchezze”. Slogan: “Chi ha di più è giusto che dia di più”.
Mettendo insieme le due ricette, quella di Zinga e l’altra di Fratoianni, arriviamo più o meno a questa politica economica dell’eventuale governo Letta: prima tassiamo i “grandi patrimoni”, che poi solitamente significa colpire pure la classe media; e subito dopo procediamo direttamente allo statalismo più puro, trovando un modo affinché il partito al potere possa “creare ricchezza” e poi “ridistribuirla”. Il tutto, giustificato ovviamente col più nobile degli scopi: combattere la povertà, come sostiene Fratoianni, di quel “quarto di bambini italiani con meno di sei anni che vive in famiglie a rischio povertà”. Vedremo se arriveranno pure agli espropri proletari.
Ps: afferma Fratoianni: “Ecco quello che la gestione economica degli ultimi decenni ha consegnato ai bambini di oggi: un futuro rubato”. Piccolo appunto: negli ultimi dieci anni, i più freschi, ha quasi sempre governato la sinistra, con quel Pd con cui Sinistra Italiana si è alleata. Ma forse Nicola non se n’è accorto.
Giuseppe De Lorenzo,25 agosto 2022