Ricevo dal parlamentare di Forza Italia, Andrea Ruggieri, questa riflessione sulle primarie che mi sembra molto interessante. Come leggerete e sentirete, ne ha per tutti: per il suo partito quando si scambia le figurine con quelli che la legislatura precedente erano i suoi avversari politici, per il Pd e per i grilini. np
Nell’Italia dei pensierini apparentemente buoni essere contro primarie, gazebarie e simili non è semplice. Io però lo sono. Per poche, semplici ragioni. Anzitutto, non voto un partito affinchè si limiti a organizzare dei gazebo con consultazioni ridotte, facili da falsare, dove vengano coinvolte truppe cammellate anziché gente vera, popolo. Ricordate i cinesi e altri extracomunitari alle primarie Pd? Dai, siamo seri.
Io voto gente che pretendo prenda delle decisioni, faccia delle scelte, selezioni delle persone da candidare. Hai preso una decisione giusta? Ti confermo il voto. Secondo me hai sbagliato? Te lo tolgo. Le scelte vengono approvate o meno nelle urne, da milioni di italiani, non da poche truppe cammellate. Il Pd le ha scimmiottate dagli Usa. Ma servono solo a spartire tra candidati e correnti i candidati nelle future liste elettorali (a me il 60% dei posti, a te il 30, al terzo classificato il 10) e a perdere le secondarie, cioè le elezioni vere: nessuno tra Veltroni, Bersani e Renzi ha mai vinto le elezioni politiche. E anche il popolo del Pd deve averlo capito, infatti a votare alle primarie ci va sempre meno gente, e l’esito delle primarie diverge dal sentire dell’elettore vero. Perché le primarie le vince chi ha più apparato, non più consenso popolare. Quello del ‘sentiamo la nostra gente’ è uno slogan di pura ipocrisia usato anche dal M5S, che sottopone a 50 mila iscritti alla sua piattaforma il salvataggio di Salvini dai giudici. È una decisione a suo modo storica perché tradisce il Dna gridato per anni, quello di “Onestà! Zero immunità. Dimettetevi al primo avviso di garanzia”. Un grido secondo me ridicolo, ma che ha consentito ai grillini di prendere purtroppo ben 11,5 milioni di voti alle Politiche. Ebbene, i 50 mila che si esprimono in un voto di cui nessuno può controllare la veridicità sono lo 0,4% dei suoi elettori. Si può considerare indicativo? No. Molto meglio un sondaggio fatto bene.