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L’ipocrisia delle primarie. Non solo Pd anche Forza Italia - Seconda parte

Malgrado questo, pure in Forza Italia qualcuno si è invaghito delle primarie. Ma per la stessa ipocrita ragione: dico di voler sentire la gente, di preferire “scelte dal basso perché la gente vuole scegliersi i candidati” (altra cavolata: la gente esprime una preferenza, là dove è prevista, solo nel 4% dei casi, e alle suppletive di collegio di Cagliari ha votato il 15% degli aventi diritto), ma in realtà mi servono posti per la mia corrente e i miei amici da piazzare; se riesco a muovere più truppe cammellate, cioè gente che vive di politica, di altri, mi isso a capo di partito o candidato. Peccato che poi, alle elezioni, emerga che presso la gente vera, il popolo, quel candidato risulti totalmente privo di appeal o di seguito reale.

Forza Italia ha fondato il suo successo sulla scelta di personaggi della vita vera. Qualcuno di noi avrebbe mai scelto Antonio Martino, Giuliano Urbani, Raffaele Della Valle, Giulio Tremonti, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi e tanti altri che hanno segnato epoche di successo azzurro? Non li conoscevamo nemmeno. Avremmo scelto gente più conosciuta ma meno in gamba, magari. Invece le scelte le prese Berlusconi, e furono di una qualità certificata poi nelle urne da milioni di italiani, che approvavano Silvio e le scelte da lui fatte su idee, programmi, e personaggi da proporre al giudizio del popolo sovrano; mica da truppette cammellate mosse magari coi soldi di qualche finanziatore amico, come alcune inchieste giornalistiche dicevano accadesse alle primarie in Campania.

Qualche settimana fa, a Foggia e Bari, Forza Italia ha dovuto ingoiare le primarie per imposizione di alleati poco seri che speravano di vincerle, e invece le hanno perse. Evviva. I dirigenti locali di Forza Italia sono stati bravissimi a vincere le primarie che hanno subito controvoglia. Ma a Foggia il sindaco uscente correva contro un fuoriuscito di Forza Italia finito nella Lega, e a Bari per Forza Italia correva un ex Pd.

A voi pare normale? A me, no.

Vedremo come andranno le elezioni, le uniche che contano. Ma per me i politici moderni devono essere capaci di selezionare e sottoporre al proprio elettorato vero delle persone nuove, capaci, brillanti, magari anche sconosciute ma che abbiano la potenzialità di farsi poi conoscere in fretta e piacere al numero più largo possibile di italiani veri, non al numero più ampio di consiglieri comunali, regionali etc.. Perché una politica che nel 2019 non sa scegliere idee e persone, che non sa scegliere di aprirsi all’Italia vera, è utile solo a chi fa già politica, di quello vuole vivere, e vuole perdere le elezioni, conservando il posto. Io invece vorrei vincere.

Andrea Ruggieri, 4 marzo 2019

 

 

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