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L’ipocrisia di Macron e di quei politici italiani sempre dalla sua parte

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Potremmo metterla così: la pistola fumante di Macron, e i pistola italiani che ancora vanno dietro al presidente francese. Facciamo insieme un rapido riassunto delle ultime puntate.

1. La “capitana” Carola Rackete chiede ai francesi un porto dove attraccare, Marsiglia o altrove. E quelli fanno orecchie da mercante: neanche uno straccio di risposta.

2. E allora la “capitana” che fa? Decide di puntare tutto sull’Italia, opzione che le assicura il “derby” mediatico con Salvini, le copertine dei giornali di mezzo mondo, l’aureola della santa laica, e pure la copertura politica di un manipolo di deputati-crocieristi.

3. A questo punto come reagiscono i francesi? In estasi, decidono di premiarla. Chiunque confermi il teorema secondo cui gli italiani (pur salvando vite) siano dei mascalzoni razzisti, mentre loro (pur blindandosi come la Corea del Nord, chiudendo i porti, respingendo a tutto spiano) siano i campioni dei diritti umani, merita medaglie. E così la città di Parigi decide di conferirle la più alta onorificenza.

4. Contemporaneamente, viene fuori (ma guarda un po’) che nei depositi del generale Haftar, l’uomo che da mesi sta destabilizzando e terremotando la Libia, sono stati ritrovati missili francesi. Avete letto bene: missili francesi per l’uomo che sta dando l’assalto a Tripoli, con l’evidente obiettivo di far saltare il fragile equilibrio esistente, dirottare verso di noi il rubinetto dell’immigrazione, e indirizzare verso la francese Total il rubinetto del petrolio.

Serve altro? Questa è una sorta di “pistola fumante” contro Macron. Mentre alcuni pistola italiani ancora celebrano il presidente francese. Ve la ricordate la scenetta della sua incoronazione un paio di anni fa? Un ex premier italiano al Louvre che si fa i selfie, un altro che twitta garrulo “una speranza s’aggira per l’Europa”, i giornaloni in sollucchero, con l’Inno alla gioia come colonna sonora ipnotica.

Ma, per chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale, è bastato poco per far venire a galla una banale verità: Parigi pensa solo a Parigi, la Francia fa gli interessi della Francia, in primo luogo a spese dell’Italia.

L’Ue non è un giardino d’infanzia: ma un luogo dove, se non sai difendere il tuo interesse nazionale, qualche bullo ti ruba la merenda e ti lascia anche un occhio nero. Ma non ditelo a qualche politico italiano insignito della Legion d’onore (per chissà quali meriti): per costoro, la Francia ha sempre ragione. Sovranisti anche loro? Forse sì: hanno il passaporto italiano, ma fanno i sovranisti per Parigi.

Daniele Capezzone, 15 luglio 2019