- perché gli azionisti sarebbero vincolati nella distribuzione degli utili, nei compensi del management e nell’acquisto di azioni proprie. A quale titolo e in quale misura un azionista “silente” dovrebbe imporre tali restrizioni a una società privata non è dato sapere.
- perché la rilevante partecipazione azionaria implicherebbe l’attribuzione di posti negli organi di governo delle società a favore di persone designate dal Fondo (alle quali magari verrà richiesto il requisito che abbiano seguito i corsi di Assonime). Per favore, evitiamo quest’ulteriore infornata di raccomandati e personaggi di quart’ordine (si tratta di trovare collocazione in aziende di minore dimensione) cui distribuire una elemosina di incarico per qualche voto in più.
Lasciamo gli imprenditori a fare il loro mestiere, senza interferenze indebite. Ne risulterà una società più sana ed un sistema più forte. Alto che Mamma Stato.
Antonio Salvi, Professore Ordinario di Finanza Aziendale