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L’islamismo prospera nelle nostre moschee - Seconda parte

Obiettivo: raddoppiare le moschee

Il 2019 è stato un anno di grande corsa ad aprire moschee in Italia. Milioni di euro di finanziamenti sono arrivati dal Golfo Persico e dall’Asia minore tramite banche e società finanziarie, finanziatori locali e privati. Lo scopo è raddoppiare le 1250 moschee ufficiali sul territorio italiano controllate perlopiù da Turchia e Qatar. Quest’ultimo in quattro anni ha inviato 25 milioni di euro per i centri di cultura e preghiera islamici. Oggi la Sicilia potrebbe fare un’ottima concorrenza alla Lombardia.
Garage, magazzini, cantine e appartamenti sono attrezzati e spesso acquistati attraverso il sistema della Zakat, la “decima” che ogni buon musulmano deve devolvere alla comunità per purificarsi. Esiste una finanza islamica che è parallela a quella occidentale. Ed è gonfiata dall’associazionismo selvaggio delle Ong estere.

Nel frattempo, Chiesa e Stato collaborano per sostenere l’islam e le moschee. A Bologna il comune ha concordato di cedere gratuitamente un terreno di 7mila metri quadrati per una moschea. A Bergamo si sta collaborando per trasformare una chiesa in moschea. A Sesto Fiorentino è stato direttamente il vescovo ad approvare la vendita di un terreno della Curia per un centro islamico.
Esiste una resistenza islamica. E l’Italia tra pochi anni sarà come la Francia di oggi: il ritardo è solo imputabile a ragioni storiche e geopolitiche.

Lorenza Formicola, 27 ottobre 2020

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