L’Italia, tanto per cambiare, va a fuoco, l’Italia si annienta d’estate. Prima la Sardegna, quindi Sicilia e Calabria, adesso anche Puglia e basso Lazio. Ed è chiaro a tutti che non è opera di piromani isolati, c’è una strategia e c’è un messaggio, che Draghi ha subito recepito: tranquilli, i soldi arriveranno. O della rassegnazione: così vanno le cose, così debbono andare. Anni fa, un ministro berlusconiano, specializzato in gallerie, si azzardò a dire che con la mafia si doveva convivere, oggi Draghi, senza dirlo, dice la stessa cosa ma nessuno fiata.
È una emergenza? No, è una ricorrenza e, spenti gli incendi, sarebbe da mandare l’esercito, fare piazza pulita, sanificare anche i settori malsani della Forestale, perché ci sono. Ma il nostro ineffabile presidente del Consiglio fa finta di niente e, quanto al ministro dell’Interno, meglio non parlarne. Una che dopo avere riempito Milano di clandestini allo sbando ha proceduto su scala nazionale. Invece l’esercito il governo lo manda per il green pass, lo scarica addosso ai ristoratori e ai poveri cristi che vanno in vacanza, se ci vanno. Quanto al Capo del Colle, non parla ma “segue la situazione da vicino”. Come no, deve star dietro alle tempistiche per la rielezione di se stesso o di altro a lui gradito. A lui e al partito che lo ha espresso. E sì che conosce la situazione, sa cosa sta succedendo da quelle parti che sono anche le sue, Cosa Nostra gli ammazzò un fratello. La trattativa Stato – mafia c’è, ha il colore e il calore del fuoco ma nessun giornalista fanatico o prevenuto lo osserva, l’eterno ritorno del mezzo Paese distrutto ogni estate, decine di vittime umane, quest’anno oltre 20 milioni di animali morti, raccolti cancellati, terreni devastati, viene preso con fatalità. Invece è allucinante, è intollerabile.