Commenti all'articolo L’Italia dell’impresa è stellare

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FRIGERIO ALESSANDRO
FRIGERIO ALESSANDRO
14 Luglio 2019, 20:44 20:44

Quel proprietario non mi sembrava un genio. Invece che avere 500 vacche metà e metà per non ottenere niente, si sarebbe tutelato meglio avendone 250 da carne e 250 da latte, magari adattando pascoli e alimentazione. Ovviamente, maggiori erano le dimensioni, più realizzabile era la differenziazione. E qui veniamo alla debolezza dell’impresa italiana. Sono troppe le piccole – piccolissime, che hanno difficoltà quindi a innovare, essere gestite professionalmente, esportare.

Andrea Salvadore
Andrea Salvadore
14 Luglio 2019, 18:50 18:50

Questo sermone mi ricorda la risposta che ebbi da un propietaro di terre in Sudamerica. Gli stavo osservando che aveva lo stesso pasto presso un fiumicello che in collina dove avrebbe dovuto coltivare un pasto grasso per migliorare la capacitá di generare latte delle delle sue vacche, e nella stagione secca e di paso gli chiesi qual era la produzione media delle sue vacche. Mi rispose SEI litria ed alla mia meraviglia perché in quell’epoca avrebbe dovuto avere una prodizine media di VENTI litri per giorno da una Holstein, mi disse che non cambiava il pasto perché non sapeva come sarebbe cambiata la politica del governo, favorire latte o favorire carne, per cui aveva un bestiame incrociato metá Holstein e metá Cebu ovvero da poco latte e da mediocre carne. L’incertezza e la capricciositá dei governi gli avevano instillato una solenne mancanza di fiducia.