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Lite Confindustria-Giuseppi: chi è contro l’impresa è contro l’Italia

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“Da Confindustria parole infelici, le respingo al mittente”. Questa è stata la dichiarazione del premier Conte verso la associazione di categoria delle imprese. Mi fa piacere, se così si può dire, che l’atteggiamento del primo ministro della Repubblica Italiana sia di chiusura e di indisponibilità verso le istanze e le problematiche espresse dai vertici del Movimento degli Industriali. Vorrei ricordare a Conte che la questione industriale non è la questione degli industriali, ma è la questione del Paese. L’impresa non è dicotomica rispetto alla famiglia e chi oggi è contro l’impresa è contro l’Italia.

Trovo altrettanto sconcertante che l’Avvocato Conte si eregga esperto di temi industriali quando il suo background, sicuramente di altissimo livello e spessore, non lo ha mai visto alla guida di una fabbrica. Questo è un chiaro comportamento irresponsabile di una persona che sulla sua scaletta di priorità mette davanti il suo orgoglio e la sua boria agli interessi e tenuta del Paese.

La produzione industriale di maggio è crollata al -33% ed il Pil potrà toccare il record negativo del -13%. Questi numeri si tradurranno in centinaia di migliaia, se non milioni, di posti di lavoro persi a partire da settembre quando verrà meno il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione in deroga. Le imprese, le attività commerciali, gli artigiani, i ristoranti, gli alberghi, inizieranno a licenziare. E a quel punto le “parole infelici” dove le spedirà Conte?

Non è assolutamente una situazione da sottovalutare. Non una situazione verso la quale il primo ministro di una Nazione importante come l’Italia, la seconda Nazione manifatturiera d’Europa, possa rispondere come ha fatto poche ore fa! È inaudito!!! Chissà cosa avrebbero pensato Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani, Giovanni Leone o Aldo Moro se avessero fatto vedere loro cosa sarebbe diventata l’Italia da lì a pochi anni.

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