Forse il Natale “covidizzato” non ci regalerà doni ma ci ha portato il nuovo leader del centrodestra: Silvio Berlusconi. Che in politica, e in Italia in particolare, non contino molto i voti per comandare, lo abbiamo scritto più volte anche in questa sede. E la geniale mossa del Cavaliere, oltre alla sua capacità di portare tutto il centrodestra a votare in buona sostanza a favore del governo, ne è l’ennesima dimostrazione. Chi ha più filo per tessere tesserà ed è indubbio che il Cavaliere si è dimostrato possederne in gran quantità. Con la mostruosa capacità negoziale e tattica che anche i più acerrimi nemici gli riconoscono, nei giorni precedenti ha fatto paventare una rottura del centrodestra e addirittura la possibilità di FI di entrare al governo, mandando avanti i pasdaran favorevoli a questa soluzione.
Ovviamente era un bluff: vi immaginate il Cavaliere idealmente sedere nel Cdm con Di Maio e con Speranza? Era una mossa per convincere il resto del centrodestra che l’unità della coalizione fosse da preservare, e che per preservarla bisogna seguire le sue proposte. Geniale perché da una rottura del centrodestra quella che avrebbe sofferto di più sarebbe stata Forza Italia e non certo Lega e Fratelli d’Italia. Eppure… La mossa di Berlusconi è del tutto coerente con la politica del Ppe di cui Forza Italia fa parte. Berlino, la capitale dei popolari europei, favorisce i governi di grande coalizione sul suo stesso modello interno: per questo in Spagna per esempio ha favorito la rottura tra Pp e Vox di Abascal.
In Italia, non c’è stata bisogno di rottura perché Berlusconi, dall’alto del suo 7%, ha convinto tutti. Se riuscirà a mitigare il lockdown e le tendenze venezuelane e collettivistiche del governo, ben venga la collaborazione tra maggioranza e opposizione. Tanto più che, come ha spiegato ieri Guido Crosetto intervistato a “Libero”, l’attuale centro destra è più una fictio (qualcuno più grevemente direbbe un patto di potere) ed è difficile che, cosi in questa forma, vada alle elezioni e soprattutto possa vincerle.