Esteri

Lo scandalo: rifiutata assistenza all’aereo israeliano atterrato in emergenza

La denuncia della compagnia: una donna sbarcata a causa di un attacco cardiaco. Ma la Turchia nega il rifornimento al velivolo per ripartire

aereo cartello divieto israele atterraggio © Sitikka tramite Canva.com

Un volo della compagnia israeliana EL AL partito da Varsavia e diretto a Tel Aviv è stato costretto a un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Antalya, in Turchia, per evacuare un passeggero bisognoso di cure mediche.

Dopo aver affidato ai medici turchi una donna che aveva probabilmente avuto un attacco cardiaco, come da prassi consolidata in questi casi il comandante ha chiesto il rifornimento del carburante sufficiente per arrivare a destinazione, ma i lavoratori dell’aeroporto turco si sono rifiutati nonostante l’atterraggio sia stato di emergenza.

C’è anche da sottolineare che ai passeggeri, anche questo contro ogni regola, era stato vietato di sbarcare e per aggiungere ulteriori difficoltà l’aereo era stato fatto parcheggiare in un punto in pieno sole.

I lavoratori turchi, sicuramente su indicazione dei dirigenti, oltre al carburante si sono rifiutati di rifornire le persone a bordo di acqua potabile e viveri, nulla di tutto ciò è stato messo a disposizione dell’equipaggio per essere poi distribuito fra le persone a bordo dell’aeromobile.

Questa situazione, comunque ignorata dalla quasi totalità della stampa internazionale nonostante il fatto di per sé sia di una gravità estrema, è venuta alla luce solo dopo la pubblicazione di una nota da parte della compagnia aerea.

I media israeliani hanno riferito che il Ministero degli Esteri aveva ricevuto rassicurazioni dalle autorità turche che all’aereo sarebbe stato consentito di fare rifornimento, ma le procedure andavano per lunghe e nel frattempo l’aereo stava bruciando carburante sulla pista per mantenere in funzione l’aria condizionata e altri sistemi.

A quel punto, e dopo aver preso contatto con le autorità greche, il comandante del volo ha deciso, prima che la riserva di carburante nei serbatoi non lo rendesse più possibile, di decollare per Rodi, a 40 minuti di volo di distanza, e fare rifornimento nell’aeroporto dell’isola.

Secondo una fonte diplomatica turca il carburante doveva essere fornito all’aereo per ragioni umanitarie e la procedura stava per essere completata, è stato il capitano israeliano che ha deciso di decollare di propria iniziativa.

Questa spiegazione oltre ad essere patetica è anche ridicola.

Era palese che il governo turco stava facendo di tutto per far rimanere a terra l’aereo e creare un nuovo caso diplomatico.

Non è da escludere che sia le persone a bordo sia l’equipaggio sarebbero poi stati trattenuti, con motivi pretestuosi, dalle autorità turche.

C’è anche da segnalare che secondo voci attendibili la torre di controllo non abbia dato assistenza in fase di decollo e che i piloti siano stati costretti a staccare dal suolo affidandosi ai soli dati strumentali dell’aeromobile.

Sapremo se queste voci rispondono al vero solamente se la compagnia israeliana farà denuncia verso gli enti di controllo della sicurezza aerea internazionale mettendo a disposizione le scatole nere dell’aereo che hanno continuato a registrare anche a terra perché, è giusto ricordarlo, i motori sono rimasti accesi durante tutto il periodo della sosta.

L’atterraggio è stato per emergenza medica, infatti tutti i voli diretti tra Israele e Turchia sono stati cancellati poco dopo lo scoppio della guerra contro il gruppo terroristico Hamas in seguito al 7 ottobre 2023, quando migliaia di terroristi invasero il sud di Israele dalla Striscia di Gaza, uccidendo circa 1.200 persone e prendendo 251 ostaggi.

Fin dai primi giorni il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha sostenuto Hamas nella guerra e ha ospitato il suo leader Ismail Haniyeh a Istanbul in aprile e in maggio e ha anche affermato che più di 1.000 membri di Hamas, feriti durante i combattimenti, erano in cura negli ospedali turchi.

Dopo essere stato rifornito in Grecia l’aereo ha potuto concludere il suo avventuroso viaggio ed è arrivato in Israele nella serata del 30 giugno.

È la prima volta in assoluto nella storia dell’aeronautica civile che viene negata assistenza a terra a un volo atterrato per un’emergenza.

Ciò che è accaduto in questo caso è l’ennesima prova di quale sia il vero volto di chi fino a pochi anni fa chiedeva con insistenza di entrare a far parte dell’Unione Europea.

Michael Sfaradi, 1 luglio 2024

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