È il sempre tanto disprezzato il mondo borghese che mette al mondo la democrazia rappresentativa, il libero mercato, il pluralismo, la società aperta perché per il borghese il lavoro non riguarda solo la vita pratica ma anche la vita teoretica che mettendo capo a una forma di conoscenza anti-metafisica e anti-teologica concepisce il Potere – qualunque potere, anche e soprattutto quello della conoscenza – sempre come limitato e rende così inconcepibile auto-contraddittorio l’esistenza di un governo assoluto o illimitato, sia che provenga da Uno – il re, il tiranno, il capo, il filosofo, lo scienziato, il sacerdote – sia che provenga da Molti – il popolo, le masse, il partito, la nazione.
Oggi la vecchia lotta di classe tra borghesia e proletariato è stata riverniciata con la coppia élite-popolo ma sempre di propaganda si tratta e ieri come oggi – sia pure con le novità contemporanee che riguardano la tecnologia, la mezza cultura dell’uomo-massa, la sotto-borghesia – si mettono in discussione la democrazia rappresentativa, il libero mercato, il pluralismo che sono istituti di garanzia per la libertà di tutti grazie alla quale ognuno di noi è, di volta in volta secondo necessità e secondo libertà, élite e popolo.
Giancristiano Desiderio, 3 aprile 2019