Il vaccino ci renderà liberi, promettono quelli che giocherellano con le chiavi della nostra libertà (è il momento di mantenere, ora o mai più). Può darsi, certo però che il vaccino da solo non basta e la libertà da sola non serve se è solo quella di morire. Sani, magari, ma morire. Il cronista si ostina, gira, interpella ristoratori, gestori e registra sempre la solita risposta, una ed una soltanto: “Ristori? Quali? Dove? Forse, un anno fa, qualcosa, un migliaio di euro; quest’anno proprio niente, zero. L’unica comunicazione ricevuta dallo Stato? Pagare tot migliaia di euro di contributi, spese, tasse”. Lo chiamavano Supermario: ma non basta una campagna vaccinale e, non bastassero le prove di un Paese in apnea, ecco la lettera, autografa, straziante anche per l’estrema dignità, di una lettrice.
La farsa dei ristori
“Buongiorno, leggo spesso i suoi articoli, postati da Nicola Porro, vorrei tanto che qualcuno di voi giornalisti pubblicasse la farsa dei ristori, ma non solo quelli a favore delle categorie di lavoratori ed imprenditori, ma anche per quelli che, come me, si ritrovano a 57 anni disoccupati (da due anni), da soli, con un affitto da pagare, oltre che bollette, cibo e tutto il resto, e vengono presi pure per i fondelli dai titoloni del tipo ‘nuovo reddito di emergenza con importi più alti’ e scoprono che il famoso dodicesimo dell’affitto in realtà non corrisponde ad un incremento sui 400 euro mensili di REM che spettano a chi vive da solo, ma concorrono solo alla soglia dei requisiti per richiederlo. È un vero schifo. Devo vivere con gli aiuti degli amici, ho chiesto il Reddito di cittadinanza ma dal momento che lo scorso anno percepivo la Naspi (ben 7.000 euro in un anno…) l’importo che mi corrisponderebbero è di 180 euro mensili. Mi dica lei… Lavoro da quando avevo 21 anni, ho sempre pagato le tasse, ma a me danno 180 euro, ad uno straniero che vive in Italia da 10 anni e non ha mai fatto altro che lavorare in nero ne danno 780. Per non parlare della ricerca di lavoro… Ho un CV di tutto rispetto, parlo 5 lingue, ho fatto 13 esami in Bocconi, poi abbandonata… ma avendo 57 anni non mi si fila nessuno. E non ho diritto nemmeno alla pensione. Cosa può fare chi è come me in queste condizioni, se non spararsi un colpo?
ps: tra l’altro, scusi se la disturbo nuovamente, per chi come me manda decine e decine di CV che vengono immediatamente cestinati, non resta che la via dei concorsi, ed ora, col Covid, le nuove disposizioni prevedono che ci si debba ‘tamponare’ non oltre le 48 ore che precedono la prova (preselezione, prova scritta, orale, pratica) quindi come minimo sono 210 euro a botta, se si superano le prime due fasi e si accede alla terza… Ma chi li ha 210 euro? è così che vogliono aiutare le persone in cerca di lavoro?”.
La lettera, a firma Caterina V (il cognome lo omettiamo per ragioni intuibili, ma chi scrive ha tutti i riferimenti, tante volte un’anima santa volesse darle un po’ di ossigeno), è “solo” un paradigma: al cronista ne arrivano di continuo, ciascuna un dramma diverso ma sempre uguale. “E’ così che vogliono aiutare chi cerca lavoro?”. E io non so rispondere, se non che le parole dei deboli sono come coltellate e più sono timide, esitanti, educate e più incidono. Vanno moltiplicate, queste lettere, per qualche milione e allora si coglie, forse, la tragedia di un popolo senza via d’uscita. Si coglie anche la vergogna di una politica di potere senza scrupoli e senza rimorsi nel tutelare, come diceva ieri il sociologo Ricolfi, esclusivamente la propria base elettorale, sulla pelle dei dimenticati, i sommersi, i miti. I buoni, quelli veri.
Max Del Papa, 18 maggio 2021