Politica

Il pregiudizio dei dem

“Lo sport contro le devianze”. Lamorgese parlava da Meloni e nessuno fiatava

Non solo il dossier del ministero dell’Interno: anche il ministro parlava di “devianze”. Senza sollevare scandali

devianza giovanile lamorgese

Lo sport come fattore di prevenzione della devianza giovanile. Un’idea di Giorgia Meloni? Non esattamente: il copyright, a dire il vero, appartiene all’attuale ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Era il 23 giugno 2021 e la titolare del Viminale interveniva alla firma del protocollo d’intesa tra polizia e Sport e salute spa, insieme al sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali. In quell’occasione, l’ex prefetto di Milano lodò le iniziative di “riqualificazione degli impianti sportivi nelle periferie e nelle aree geograficamente disagiate”, in quanto tali interventi “costituiscono un efficace fattore di prevenzione dei fenomeni di illegalità e devianza giovanile e contribuiscono a superare, con l’inclusione sociale, le situazioni di degrado urbano”. Avete letto bene: poco più di un anno fa, la Lamorgese usava esattamente la stessa parola impiegata dalla Meloni nel video che ha fatto schiumare di rabbia Enrico Letta, il quale ha lanciato l’hashtag “viva le devianze”. Allora, però, la sinistra non s’indignò: evidentemente, se a dirlo non è la presidente di Fratelli d’Italia, è pacifico che droga, alcol, violenza, ma anche vere e proprie piaghe sanitarie, come l’obesità e l’anoressia (che non vanno denigrate o discriminate, bensì prevenute e curate), siano derive negative che la società deve impedire. A ben vedere, al netto dell’errore di Fdi nel tweet su obesità e anoressia (successivo però al video della Meloni e all’esultanza di Letta), si tratta di una tesi di puro buon senso: se togli ai ragazzi lo sport, lo svago, l’attività fisica, essi incanaleranno le loro energie in occupazioni autodistruttive, oppure le disperderanno nelle manifestazioni più deleterie di depressione e nichilismo.

Quando di devianze parlava Lamorgese, nessuno fiatava. E neanche quando il ministero che ella presiede realizzava un intero dossier sul tema, come vi avviamo già mostrato, nessuno ha osato battere ciglio. Ora che invece il problema lo solleva la Meloni, improvvisamente sembra che l’Italia stia piombando nell’apartheid dei ragazzi. Il punto sono le parole o è il pregiudizio nei confronti di chi le usa? D’altro canto, da uno come Letta, che si è vantato del fatto che il Pd abbia sostenuto il lockdown casalingo dei giovani, cosa potevamo aspettarci?

Giuseppe De Lorenzo, 26 agosto 2022

articolo aggiornato alle 12.30