Le Olimpiadi si sono chiuse in bellezza per gli azzurri con l’oro finale della pallavolo femminile, che si aggiunge alle altre 11 medaglie d’oro vinte, due in più rispetto a Tokyo 2020. La maggior parte di queste sono state attribuite alle donne, ben 7 su 12, e questo non fa che renderci orgogliosi, ma non capisco tutto questo grande stupore. Siamo ben compiaciuti se il successo azzurro è stato trainato dalle donne, ma permettetemi di dire che non è cambiato il mondo.
L’Italia non è di certo più libera dopo questo successo femminile. Purtroppo questa gigantesca retorica femminile inonda i giornali di oggi e, voglio dirvi la verità: mi ha rotto le scatole. Scusate la volgarità, ma questo fiume gigantesco di retorica sulla vittoria delle donne e quindi sull’inclusività della pallavolo è veramente stucchevole. Vi leggo alcuni titoli di oggi. Cazzullo: “L’America, siamo noi l’America perché ne abbiamo copiato la mescolanza. Ci sono tutti i colori all’interno dell’Italian-volley”. Repubblica: “La bella Italia, specchio di un paese multietnico ed inclusivo”. Insomma, i giornali nostrani hanno fatto esattamente come Macron: hanno deciso che il tema fondamentale di queste Olimpiadi non era lo sport, ma il messaggio politico.
Ancora una volta il messaggio politico ha vinto sullo sport e oggi questo non poteva che fare a meno di celebrare Paula Egonu in riferimento allo scazzo avuto con Vannacci. E siccome celebrare ed incensare la Egonu viene visto come un modo per mandare implicitamente a quel paese Vannacci, i giornali non perdono l’occasione. Il titolo più azzeccato, invece, oggi lo fa senza dubbio Libero: “Il Pd ruba l’oro all’Italian Volley”. Ed in effetti è fattuale. La cosa buffa è poi che in tutto questo grondare di retorica sull’inclusività e la descrizione di questa bella Italia come specchio di un paese multietnico si stanno contraddicendo da soli. Ci hanno spiegato fino a ieri che con la Meloni, l’Italia era un paese razzista e non inclusivo e sono bastati 12 medaglie d’oro per spazzare via tutto.
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 12 agosto 2024