Historia magistra vitae! Oscar Wilde diceva, invece, che il numero elevato di seconde nozze è la prova che la storia non insegna proprio nulla. Politici ed economisti sono tra i più virtuosi nella disciplina di non imparare dalla storia e continuano imperterriti ad applicare ciclicamente le stesse teorie: è noto che se continui a fare le stesse cose, i risultati non cambieranno. Eppure, non ostante le varie teorie stataliste e collettiviste abbiano generato e continuino a generare miseria, imbarazzanti violazioni di diritti di ogni genere e sotto sviluppo diffuso, in occidente schiere di economisti e politici continuano a pontificare in quella direzione. E mostrano i numeri, che proverebbero l’esattezza delle loro malefatte, mentre i fatti puntualmente li smentiscono.
In ambienti economici e manageriali si dice che una delle pratiche più diffuse sia quella di torturare i numeri finché non confessino quello che vogliamo sentirci dire. Viene attribuita a Benjamin Disraeli la frase: “Ci sono tre specie di bugie: le bugie, le sfacciate bugie, e le statistiche”.
Manipolando i numeri e accampando, di generazione in generazione, nuove interpretazioni delle varie sfumature di socialismo, imperterriti gli economisti allineati continuano a propinare ricette salvifiche che puntualmente portano ai soliti risultati: adottare provvedimenti di interventismo economico, inquinando il mercato, con lo scopo ultimo di dimostrare che il capitalismo di mercato è il mostro, mentre il socialismo sarebbe la salvezza. E su questa onda si costruiscono anche le carriere accademiche, oltre a quelle giornalistiche.
Scriveva Sergio Ricossa nel suo libro “Maledetti Economisti – Le idiozie di una scienza inesistente” (Rizzoli – 1996): “Il metodo più facile per chi scrive di economia è quello alto-matematico: basta prendere un libro di alta matematica o di fisica superiore, e dare un significato economico a qualche passaggio formalmente molto complesso. Cambiare la definizione dei simboli e non citare le fonti [….] Le citazioni si trovano prendendo un libro a caso e aprendolo a caso, secondo il metodo suggerito da E.A. Poe, How to Write a Blackwood Article. L’autore citato deve essere sconosciuto: gli autori conosciuti sono per gli scolari e i quiz di Mike Buongiorno”.
Tutto viene teorizzato e fatto per il bene della collettività, ma il vero fine ultimo è meno nobile. Ancora Ricossa: “Arrivare sempre a conclusioni che massimizzano la probabilità di vincere concorsi e ottenere incarichi pubblici remunerati. Lasciare intendere che i politici e ‘i ricchi’ non sanno l’economia, e che i Rothschild hanno commesso errori ridicoli” [Ibid].
Il “tecnico economista” rimesta nel mortaio un po’ di Keynes misto a ideologie collettiviste condite di volta in volta con nuovi argomenti emergenti e trendy, che possono spaziare dalla decrescita felice, all’economia circolare fino alla sostenibilità ambientale e alla lotta contro il cambiamento climatico. Il tutto certificato da ricerche inutili, fatte in facoltà sconosciute da ricercatori pronti a dimostrare ogni cosa che sia in linea con la nuova variante del socialismo salvifico.
Scriveva sempre Ricossa: “Parlare del ‘teorema di Tizio’, della ‘legge di Caio’, della ‘rivoluzione di Sempronio’ senza mai spiegare di chi e di che si tratti. Tizio, Caio e Sempronio debbono essere economisti di quart’ordine, i quali non abbiano mai inventato nulla di memorabile. Buoni anche gli accoppiamenti: ‘effetto di Tizio-Caio’, ‘paradigma di Tizio-Sempronio’. ‘Ma Tizio è stato il primo…’” [Ibid].
Pertanto solo altri economisti potrebbero smascherare la farsa, ma il “bravo tecnico economista allineato” sa sempre come argomentare: “Con gli altri economisti, parlare solo del libro di economia che si è letto il giorno prima (può essere l’unico libro di economia mai letto). Se l’autore è sconosciuto (preferibilmente indiano o giapponese), abbiamo 99 probabilità su 100 che gli altri non lo abbiano letto. Presentarlo come una lettura obbligatoria, ma trovargli qualche pecca”. [Ibid]
Il politico si affida al tecnico, e il tecnico fa tornare i conti al mulino di entrambi. Historia magistra vitae!
Fabrizio Bonali, 3 dicembre 2024
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