Una società divisa per caste
Nel corso di questi due anni quanti ci governano (direttamente – alti burocrati e politici – oppure indirettamente – quella coalizione di ideologie e interessi che domina i media, gli scienziati di Stato, le grandi imprese, i sindacati, gli intellettuali) hanno provato a saggiare quale resistenza la società italiana poteva offrire di fronte a questo o quell’abuso. Ci hanno confinato in casa, hanno imposto le mascherine all’aperto, hanno introdotto perfino il coprifuoco dopo le 10 di sera, hanno costretto a perdere il lavoro molti renitenti e, infine, hanno costruito un sistema “a caste” (con i paria senza lasciapassare, gli ominicchi con il pass “base” e quella parodia della jet society composta da quanti dispongono del cosiddetto “super-pass”).
Bisogna prendere atto che il diritto è fatto in primo luogo delle convinzioni, dei valori, delle “pretese” (come suggeriva Bruno Leoni), delle pratiche e degli interessi di quanti compongono una comunità. Dopo due anni di un’intensa opera di isteria e terrorismo mediatico, oltre che di colpevolizzazione di una parte della popolazione, quello che rimane del diritto è solo un insieme di direttive calate dall’alto.
Adesso i governanti sanno bene che la nostra società è cera malleabile, di cui possono fare quello che vogliono. Ormai, tutto è possibile: tutto è nelle loro mani. E anche lo stato di emergenza non serve più, dato che ogni tutela giuridica è di fatto venuta meno.
Carlo Lottieri, 7 dicembre 2021