Con grande enfasi il tg di Rai3, denominata in passato TeleKabul, ha dato la scontatissima notizia della proroga di un infinito stato di emergenza senza emergenza, almeno a leggere i numeri più che rassicuranti degli attuali ricoverati con il Covid-19.
Col tono di chi stesse leggendo un bollettino di guerra, così ha introdotto l’argomento la giornalista di turno: “Di fronte a numeri sempre più alti e dunque sempre più preoccupanti – 20.000 nuovi positivi, 120 morti, un tasso di positività 2,7% -, il governo prolunga fino al 31 marzo lo stato di emergenza, che era in scadenza a fine anno. Ciò per mantenere operativa la macchina per il contrasto alla pandemia.”
Dunque, sebbene negli ultimi giorni registriamo più contagi rilevati rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, nella scorsa settimana abbiamo avuto circa un settimo dei decessi e una occupazione delle terapie intensive pressappoco del 25% rispetto al 2020. Ciò vuol dire che, come chi ancora ragiona in questo disgraziato Paese continua a ripetere da tempo, il numero dei contagi, soprattutto da quando ci sono i vaccini, rappresenta una variabile del tutto irrilevante per definire la gravità della pandemia. Tuttavia noi italiani, al pari dell’esercito immaginario descritto ne Il deserto dei Tartari, siamo costretti a tenere alta la guardia in attesa di un nemico che viene continuamente annunciato alle porte ma che, di fatto, resta ben contenuto nelle trincee dei nostri ospedali, i quali sono lontanissimi dal sempre paventato collasso delle terapie intensive.
Ora però ci sono anche le varianti, così come in un successivo servizio dello stesso tg viene sottolineato con analoga preoccupazione. In particolare, viene detto, la variante omicron sta mettendo in grande allarme il Vecchio continente. Un allarme che chi ha curato il pezzo ha così sintetizzato sul piano numerico: “In 25 Paesi europei i casi di omicron segnalati sono stati in tutto 2.127. Tutti con pochi decessisi.”
Ecco, questo sarebbe l’inizio dello tsumani di contagi, così come molti virologi del terrore, non solo in Italia, hanno descritto l’arrivo di questa ennesima variante del Sars-Cov-2.
Dulcis in fundo, si fa per dire, non poteva mancare un servizio a sostegno del vaccino ai bambini dai 5 agli 11 anni, in cui il direttore di Microbiologia del Bambino Gesù di Roma, Carlo Federico Perno, ha dichiarato: “Non dimentichiamo che in Italia nella fascia 0/19 anni quasi mezzo milione di casi (ancora una volta i contagi sbandierati come anticamera dell’obitorio), abbiamo avuto molti bambini in terapia intensiva, e purtroppo abbiamo avuto anche i morti. Quindi non dimentichiamo che ogni bambino che sta male e che muore è già sufficiente per pensare di dover vaccinare la popolazione. La seconda ragione è la protezione della vita sociale dei bambini. Vediamo come purtroppo le scuole man mano stanno ritornando in dad (didattica a distanza). Se chiudiamo le scuole è il terzo anno di fila che non vanno a scuola. Non oso pensare che cosa sarà per loro tre anni persi a scuola. Il virus in questo momento ha trovato i bambini come bersaglio referenziale in quanto oggettivamente è la fascia di popolazione più esposta, in quanto non vaccinata, insieme ai no vax.”