Compagni e compagnucci in festa: ieri il referendum sulla cittadinanza ha raggiunto il quorum delle 500 mila firme. La conferma è arrivata sul sito del ministero della Giustizia nella sezione dedicata alla raccolta delle firme digitali. Dopo poco meno di venti giorni l’obiettivo è stato centrato, per la soddisfazione di +Europa – a capo dell’iniziativa – e degli altri partiti di sinistra che sono saliti sul carro. L’obiettivo? Dimezzare i tempi per l’ottenimento della cittadinanza, un assist a tutti i migranti. Ma sui social network, in particolare su X, è spuntato un trend che testimonia la divisione sul tema.
Sia chiaro: qualsivoglia intento razzista è da condannare. Anche solo un insulto rivolto a un cittadino straniero è sintomo di stupidità. Ma a quanto pare si tratta di un’iniziativa goliardica, alla quale hanno preso parte i soliti talebani razzisti. Parliamo dell’hashtag #bastanegri, diventato virale nel giro di poche ore, fino a raggiungere la vetta dei trend su X, ex Twitter. Un modo per testimoniare la contrarietà al contenuto del referendum sponsorizzato dalla sinistra, ma anche un modo per riflettere sulle contraddizioni di chi vuole più migranti.
Tra i post che offrono spunti di riflessione troviamo chi cita i veri dati sulle cittadinanze concesse, che mandano al bar +Europa, Pd e tutti gli altri partitini: l’Italia l’Italia è il Paese Ue che ha concesso più cittadinanze. Secondo la recente analisi della Fondazione Ismu Ets, nel 2022 gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono 213.716, il 76% in più del 2021 quando erano state 121.457. Entrando nel dettaglio dei numeri, è divenuto italiano il 4,3% dei residenti con cittadinanza non italiana (Cni) a fronte di una media del 2,6% per l’intera UE-27. Numeri importanti.
C’è anche chi sottolinea che per raggiungere 500 mila firme sono state necessarie quasi tre settimane, quindi il referendum sarà un flop per chi vuole dimezzare i tempi per la cittadinanza. E, ancora, c’è chi provocatoriamente propone di assegnare un migrante a ognuno dei firmatari: un bel modo per testimoniare l’integrazione. Oppure i vari riferimenti ai reati commessi dai richiedenti asilo, tra omicidi, stupri e rapine. Ovviamente c’è chi ha colto l’occasione per sputare fango e insulti, da questi soggetti non si può che prendere le distanze e condannare. Ma tra serio e faceto, quest’ondata contraria al referendum non può passare inosservata. Anche se c’è un dettaglio che va rimarcato: buona parte del merito va anche alla stessa sinistra, che per denunciare l’hashtag #bastanegri ha di fatto aiutato il trend. Non un colpo di genio.
Mettendo da parte il trend, il capitolo referendum non può certo dirsi chiuso. Con buona pace della sinistra, il rischio di inammissibilità c’è ed è palpabile. Tranchant il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli ai microfoni dell’Adnkronos: “Il nostro sistema prevede referendum abrogativi, il problema che si pone se il quesito è ‘a ritaglio’, cioè elimina alcune parti e parole, è che a volte non si abroga una norma ma se ne introduce una nuova. In tal caso ci troveremmo di fronte ad un referendum propositivo che non è ammissibile. Se cambiando le parole tolgo da un ‘NON DEVE’ il ‘NON’ modifico la norma. Con il ‘ritaglio’ in realtà si potrebbe introdurre infatti una nuova disposizione che renderebbe il referendum non ammissibile”. Seguiranno aggiornamenti.
Franco Lodige, 25 settembre 2024
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