Esteri

Lo studio choc sugli articoli del NYT: racconto sbilanciato verso Hamas

L’analisi di Edieal Pinker, professore e vicepreside della Yale School of Management, su 1.561 articoli del New York Times

IDF Gaza Esercito israeliano a Gaza
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Chi ha interesse a capire come funziona l’informazione, o meglio la disinformazione, anzi la vera e propria propaganda sul conflitto in corso in Medioriente, può essere di aiuto leggere attentamente l’analisi eseguita da Edieal Pinker, professore e vicepreside della Yale School of Management.

Il Professor Pinker ha analizzato 1.561 articoli del New York Times, pubblicati tra il 7 ottobre 2023 e il 7 giugno 2024, dedicati alla guerra di Gaza. Dal suo studio si evince che solo nella metà degli articoli presi in considerazione sono citati gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas e che nel 41 per cento di essi non sono mai citate le vittime israeliane del 7 ottobre. In 234 di questi articoli non è citato l’attacco di Hamas e, di contro, solo in 28 casi non è stata citata la violenza militare di Israele.

Di tutti i 1.561 articoli, la stragrande maggioranza, ben 1.423, non ha menzionato le vittime israeliane dopo il 7 ottobre o le morti fra i terroristi di Hamas. Dall’8 ottobre 2023 al 7 giugno 2024 Israele ha perso 364 soldati e diverse migliaia sono rimasti feriti, inoltre 34 civili sono stati uccisi in 794 attacchi terroristici. Solo nel dieci per cento degli articoli sono citate le morti dei terroristi di Hamas, particolare che dà ai lettori la netta impressione che ci sono state solo vittime civili palestinesi.

In una nota a margine del lavoro Edieal Pinker ha sottolineato che leggendo il New York Times si ha la netta sensazione che i soldati israeliani combattono principalmente contro civili che nella stragrande maggioranza dei casi sono bambini e donne.
Dei 1.561 articoli, il 93 per cento ha menzionato Israele più spesso di Hamas. Israele 27.205 volte rispetto alle 8.499 volte dell’organizzazione terroristica palestinese.

Non esiste, e nessuno si prenderà mai la briga di farlo, uno studio simile che possa prendere in considerazione la stampa europea, britannica, francese o italiana.

Considerando la BBC, Antenne 2, Il Corriere della Sera, La Repubblica, le reti televisive di Stato o private, crediamo che i risultati sarebbero simili se non peggiori rispetto a quelli presi dal professore della Yale School of Management.

Siamo comunque fiduciosi perché prima o poi i nodi dell’informazione di parte, delle menzogne e delle notizie non date, artefatte o inventate, arriveranno al pettine.

Mentre questi dati venivano resi noti si è saputo che una commissione parlamentare britannica ha pubblicato il rapporto più completo sui massacri perpetrati il 7 ottobre 2023 dai terroristi di Hamas contro la popolazione civile israeliana. Nelle conclusioni del rapporto si legge che durante l’attacco si sono verificati atti di violenza sessuale in tutti i siti e che sono stati recuperati diversi corpi completamente o parzialmente nudi dalla vita in giù. Particolari che confermano le precedenti conclusioni del rappresentante speciale delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale. La commissione ha inoltre confermato che la profanazione dei cadaveri è stata diffusa con decapitazioni e mutilazione dei corpi.

La vittima più giovane è stata identificata come l’arabo-israeliana Naama abu Rashed, che ha subito una ferita da arma da fuoco mentre era ancora nel grembo della madre. È morta 14 ore dopo che i medici avevano eseguito un parto d’emergenza.
Nella prefazione al rapporto, Lord Roberts, presidente della commissione, ha dichiarato che il negazionismo dell’Olocausto ha impiegato alcuni anni per attecchire in sacche della società, ma al 7 ottobre 2023 sono bastate poche ore per affermare che i massacri nel sud di Israele non hanno avuto luogo.

Il presente rapporto è stato intrapreso per contrastare tali opinioni perniciose e per fornire prove inconfutabili – per ora e per gli anni a venire – che quasi 1.200 persone innocenti sono state effettivamente uccise da Hamas e dai suoi alleati in scene di sadica barbarie che non si vedevano nella storia del mondo dai tempi del Ratto di Nanchino del 1937.

Anche in questo caso, inutile dirlo, la stampa europea e internazionale in genere, si è guardata bene di dare il giusto risalto alle conclusioni sullo studio della commissione britannica. Il perfetto contrario di quello che fa sempre ogni volta che Hamas invia le sue veline alle compiacenti redazioni.

Michael Sfaradi, 22 marzo 2025

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