Italiani litigiosi con i vicini di casa e sovente scontenti dell’operato dell’amministratore di condomìnio, pur con diverse sfumature sia tra una parte e l’altra del Paese sia tra le generazioni. A indagare la qualità dei rapporti in condomìnio della popolazione tra i 16 e i 74 anni è lo studio realizzato da Changes Unipol insieme a Ipsos e il risultato, mentre si osservano grafici e tabelle, è una commedia umana in cui si alternano piccoli soprusi e animi che si infervorano davanti a gesti di ordinaria maleducazione come rumori molesti, monopattini abbandonati e cassonetti dell’immondizia mal gestiti.
Condòmini polveriera
Più del fatto che appena un italiano su tre (37%) si relaziona con i vicini di casa almeno una volta alla settimana – Bologna è prima in classifica mentre Roma e Torino sono le più “fredde” – colpisce che sono altrettanti i condòmini che hanno litigato tra loro e che spesso i dissapori si ripetono. Regina dei condòmini esplosivi come polveriere è Napoli, dove il 37% ha litigato almeno una volta, seguono Roma, Cagliari e Torino (31%). Le città con le relazioni più armoniose sono invece Firenze, dove il 79% dichiara di non aver mai avuto liti condominiali, Verona (75%) e a pari merito Milano. Intrattenere rapporti di buon vicinato non equivale però a una reale confidenza e ancor meno ad amicizia, visto che gli stessi intervistati definiscono in modo asettico le proprie relazioni con l’aggettivo “normali”.
I giovani sono i più litigiosi
Interessante lo spaccato generazionale. Lo studio promosso da Unipol rivela come sia la Generazione Z (16-26 anni) a intrattenere frequentazioni più assidue con i vicini seguite dai Baby Boomers (57-74 anni), mentre i Millennials (27-40 anni) e Generazione X (41-56 anni) siano molto più «schivi», forse anche perché trascorrono la maggior parte delle giornate al lavoro. I giovani sono però anche quelli che di frequente si infuriano con i vicini, al contrario dei “pacifici” Baby Boomers. Prima causa dei dissidi sono i rumori molesti (29%), quindi i comportamenti «sgraditi» (27%). L’Italia però anche in questo caso è il Paese dei campanili, così se nella città partenopea si litiga soprattutto per il parcheggio selvaggio, a Bari ci si accapiglia per le spese condominiali non pagate, a Roma per gli animali domestici e a Milano per un cocktail tra biciclette e servizio di portineria; a Torino i problemi sorgono spesso dalla gestione della raccolta differenziata o da passeggini e monopattini abbandonati sul pianerottolo, mentre a Verona e Firenze si litiga per la manutenzione del giardino.
Delusi dagli amministratori
I dissapori con i vicini si affiancano a un generalizzato malcontento verso l’amministratore del codomìnio: la pensa così la metà del campione (52%). Il picco si tocca a Roma e a Milano così come tra la Generazione X e i Millennials, mentre i più soddisfatti sono bolognesi e cagliaritani e, quanto all’anagrafe, i Baby Boomers. Le critiche si concentrano sulla scarsa capacità dell’amministratore nel proporre soluzioni ai problemi sorti nello stabile e sulla sua gestione amministrativa, a cui si aggiunge l’impressione di una certa distanza dalle esigenze espresse dai condòmini. Ulteriore tasto dolente le assemblee di condomìnio, di cui solo due italiani su dieci si dicono pienamente soddisfatti, sia per l’assenteismo dei vicini sia per l’impossibilità di dialogare civilmente.
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