In realtà, non si vuol prendere atto – con tutte le precisazioni, le interpretazioni, le spiegazioni spesso sofistiche che vengono date delle parole del Pontefice – che siamo entrati in una nuova era in cui il patrimonio ideale e culturale dell’Occidente è divenuto fondamentalmente estraneo alla Chiesa. Quest’ultima non è più fuori dal mondo ma è scesa nel mondo per sostenere una parte (gli have not) contro l’altra (gli have). La progenie spirituale di Locke e di Montesquieu, di Constant e di Tocqueville, di Tocqueville e di Aron, di Croce e di Einaudi vive in uno stato d’assedio: il suo timore che l’eguaglianza potesse mettere in crisi la libertà (economica, politica, giuridica) degli individui è diventata la speranza del Mondo Nuovo annunciato da Bergoglio: manca solo Pietro l’Eremita a benedire gli iconoclasti che abbattono i simboli di quello vecchio.
Dino Cofrancesco, 30 dicembre 2020