Milioni di italiani sono chiusi in casa a causa del “lockdown burocratico“. Milioni di lavoratori che non possono andare sul posto di lavoro, aprire il loro negozio, far partire la catena produttiva di una fabbrica. Sono malati? Hanno la febbre, i dolori, tosse, difficoltà respiratorie? In grande parte no: sono asintomatici, oppure contatti stretti di un positivo. Eppure non possono lavorare a causa delle regole imposte per decreto.
Ne abbiamo già parlato. Stavolta però si aggiunge un tassello a questo incredibile pasticcio burocratico. Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, ieri sera a Quarta Repubblica ha infatti lanciato un allarme: se gli asintomatici non torneranno a lavorare, il rischio è che gli scaffali restino vuoti come non è successo nemmeno dopo il duro lockdown della prima ondata. “C’è una situazione paradossale: la domanda aumenta a livello mondiale, ma la produzione è messa in discussione dalla burocrazia del covid – dice Scordamaglia – Noi abbiamo da dopo Natale un aumento dell’80% di positività asintomatiche, un 30% di assenze ogni settimana, e se non capiamo che i positivi asintomatici devono venire a lavorare rischiamo di non trovare da mangiare sugli scaffali”.
Il timore è che il manifatturiero italiano possa fermarsi del tutto. Confagricoltura, per dire, ha fatto notare che in campo agricolo ci sono almeno 230mila operai stranieri vaccinati con un prodotto non riconosciuto dall’Ue o non vaccinati per nulla. Rischiano dunque di dover lasciare i campi e la raccolta: “La questione deve essere regolarizzata – dice Scordamaglia – Non possiamo fare a meno di questa manodopera. Ci sono operai vaccinati con Sinovax o Sputnik ma non gli viene riconosciuto (il green pass, ndr), anche se si tratta di vaccini ampiamente utilizzati nel mondo. Queste persone che vengono dall’estero devono avere un legittimo riconoscimento o, ripeto, noi sospenderemo la produzione agricola e industriale e rischieremo di far mancare il prodotto sugli scaffali”. In sintesi: “La burocrazia da covid può massacrare ciò che neppure il covid era riuscito a fermare”.