Lockdown: dai tre colori all’Italia in zona rossa?

18.4k 77
generica_porro_1-1200

Peggio di un lockdown totale c’è solo un lockdown esteso su tutto il territorio nazionale, con le stesse limitazioni da Bolzano a Reggio Calabria. Il principio del nuovo Dpcm di individuare aree diverse è quindi condivisibile. E già avrebbe dovuto essere nella primavera scorsa, quando, preso dall’emergenza, e anche per la verità da una parte dell’opposizione che gridava “chiudete tutto”, il governo bloccò tutto il paese, quando allora i contagi erano estesi quasi esclusivamente al Nord.

Bene quindi il ravvedimento sul principio: ogni area, non solo ogni regione, ha una sua propria specificità. Male invece tutto il resto. Malissimo che a decidere se una regione da gialla diventa arancione e rossa siano, quasi con un automatismo, il ministero della salute e il Cts. Di questi signori, di Speranza e degli scienziati e medici di regime, non ci fidiamo per nulla. Sappiamo che loro vogliono il lockdown duro e puro, ovunque, non so, forse ricorda loro l’amata Ddr. Quindi non vorremmo che nel giro di breve tempo tutte le zone d’Italia diventino rosse, e si arrivi al lockdown graduale, instillato volta per volta. Altrimenti perché escludere le regioni, che a parole sono le prime interlocutrici? Non solo: la decisione di chiudere in casa le persone e di limitarne le libertà costituzionali non può essere demandata ad automatismi e a calcoli, peraltro su dati discutibili, in mano a quattro tecnici nominati dal governo. La tecnocrazia e la sanitocrazia che ci schiacciano.

Un altro aspetto ci fa sentire puzza di bruciato: come ha detto il governatore della Sicilia Musumeci, c’è il vago sospetto che le regioni amministrate dal centro destra siano trattate in un modo speciale, dove speciale vuol dire infilate nella zona rossa e in quella arancione con più facilità. Sperando che gli elettori, ignari e manipolati, se la prendano coni i governatori che invece nulla possono. Perché si sa che anche i dati, come la legge, si applicano per i nemici ma si interpretano per gli amici

Marco Gervasoni, 6 novembre 2020

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version