La sinistra e l’odio (autolesionistico) contro Salvini

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Si può essere pro o contro Matteo Salvini, condividerne o respingerne toni e contenuti. Ma oggi i suoi migliori alleati sono quelli “involontari”, cioè i suoi oppositori di sinistra, i sostenitori del “partito dei pm”, con corredo dei media manettari e giustizialisti, che stanno creando le condizioni per portarlo rapidamente al 40%, dopo il già enorme 33,5% registrato dall’ultimo sondaggio Ipsos-Corriere della Sera.

Tutto l’armamentario utilizzato per vent’anni contro Berlusconi (demonizzazione personale più aggressione giudiziaria) viene riproposto oggi contro Salvini: errore allora, e errore ora, per la sinistra. Che dimentica sempre un “particolare”, e cioè gli elettori, i quali – in larga maggioranza – detestano quei metodi e tendono a simpatizzare con chi ne è vittima. Ormai buona parte degli italiani sa, “sente”, che quando al governo c’è un soggetto sgradito alla sinistra, scatta quel tipo di trattamento.

Peggio ancora: nella crociata contro Salvini, i suoi avversari meno intelligenti mettono sul tavolo altre tre carte (forza Europa, forza immigrazione, forza spread) che mandano letteralmente in bestia gli elettori. Ma davvero qualcuno pensa che sia efficace, per opporsi all’attuale Governo, difendere la Commissione di Bruxelles, chiedere l’apertura indiscriminata dei porti italiani, e fare il tifo per il
rialzo dello spread?

È una strategia masochistica, autolesionistica. E – almeno per ora: dopo le europee, invece, si vedrà – non sembrano neanche mosse in grado di determinare una vera spaccatura nei Cinquestelle, inducendo la parte più vicina a Fico a rompere con Di Maio per congiungersi al Pd. Non mi sembra una prospettiva realistica, ad oggi (troppo esigua la pattuglia M5S disponibile all’operazione): ma, quand’anche accadesse, sarebbe altra benzina nel motore di Salvini, che a quel punto avrebbe pure l’argomento della “manovra di palazzo” contro di lui.

A ben vedere, gli oppositori del leader leghista hanno una sola via da percorrere, lunga e difficile: usare alcuni anni per trovare argomenti migliori, e convincere più elettori. Non ci sono scorciatoie.

Daniele Capezzone, 10 settembre 2018

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