È successo di nuovo. Il 2024 si apre con la stessa intolleranza del 2023, l’odio dei democratici s’intende. Quelli che vanno in libreria, sono istruiti, magari non acquistano “Gli altarini della sinistra” (figurati) ma trovano il tempo di capovolgere a testa in giù l’ultima fatica di Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, che nei mesi scorsi ha intervistato a lungo il premier Meloni per raccontare in un libro tutti i dettagli della “versione di Giorgia”.
Il libro di Giorgia Meloni a testa in giù
La fotografia ci è stata inviata da un nostro lettore ed arriva da Trento, libreria Giunti al Punto in pieno centro storico. “Buongiorno Nicola – si legge nella missiva – seguo tutti i giorni la tua Zuppa mentre me ne sto tranquillo a lavorare i miei campi. Ieri ho acquistato il tuo libro, ce n’era solo una copia, ma la cosa che più mi ha sorpreso è quello che ti invio e a cui ho fatto la foto”. L’immagine mostra chiaramente il libro rovesciato sullo scaffale, come a rievocare l’impiccagione a testa in giù di Benito Mussolini a Piazzale Loreto. Alla faccia della tolleranza.
L’odio contro il premier
Qualcosa di simile, con annesse polemiche, era già successo nel 2021 quando un docente della Ca’ Foscari di Venezia condivise lo scatto da una libreria Feltrinelli. “Ma vi sembra normale che un docente universitario scherzi sui miei libri ribaltati per simulare il fatto che io venga appesa?”, si chiedeva l’allora leader di FdI che nel frattempo è diventata premier. A febbraio di quest’anno, un episodio simile ma a Padova. Ma c’è anche chi ha fatto di peggio: sorvoliamo su quei professori che ironizzavano in diretta sulla “rana dalla bocca larga”, su Roberto Saviano che la definisce “bastarda” oppure sul cretino che con una bomboletta spray ha deturpato la cima del Catinaccio d’Antermoia per con insulti al Meloni; e pensiamo a quelle volte in cui gli antagonisti, gli studenti o i centri sociali hanno “impiccato” i manichini del premier e dei suoi ministri. Questi sì, segnali preoccupanti.
Che Meloni sia all’opposizione o in maggioranza, alla fine, il risultato non cambia. Gli odiatori la vorrebbero a testa in giù, in barba a tutti i buoni propositi su libertà di pensiero, tolleranza, femminismo e confronto civile. E pensare che il 2024 è appena cominciato.
Franco Lodige, 2 gennaio 2023