Da una parte gli immuni per ideologia divina e senza app; dall’altra gl’impestati genetici, i contagiosi, scriteriati, leghisti, dopati di Movida, qualunquisti indifferenti al bene comune e all’altro mondo possibile, equo, solidale e ecocompatibile, che vanno “imbalsamati e insaccati in tanti profilattici” (Renato Zero). La fobia della pandemia è roba da populace, da zotici nordisti i quali, come dice l’ex magistrato, oggi scrittor piddino Caroglio, sudano, ergo puzzano. Mica da delicatissimi, purissimi, lievissimi ospiti delle conviviali di Villa Pamphilj, stuzzichini e intrallazzi en plen air. Poi, dovesse arrivare per davvero la seconda ondata (ma noi non ci crediamo), si troverà modo di trovare un capro espiatorio.
Preferibilmente all’ombra della Madunina, dove si agitano termitai di schiavisti che dedicano statue a colonialisti pedofili, senza fantasia, senza chominciamento di gioia. Se no, Gramsci che l’abbiamo tenuto a fare?
Max Del Papa, 19 giugno 2020