Ormai, vola anche body shaming tra Vladimir Putin ed i leader del G7. Sì, avete letto bene: non c’è “solo” il conflitto ucraino e la guerra economica sul gas, siamo arrivati pure agli insulti fisici, quelli che fanno rabbrividire i radical chic da salotto, le varie Kamala Harris, le Murge, le Boldrini, i Saviano, a cui piacciono sorseggiare cocktail ecosostenibili dai loro attici, mentre disprezzano i “deplorables” della destra fascista.
Putin “bullizzato” dai leader del G7
Sembra uno scherzo, ma è tutto vero. Durante il vertice, i Capi di Stato occidentali si sono lasciati andare a qualche presa in giro nei confronti del presidente russo, schernendolo per le numerose foto che lo immortalano a dorso nudo, durante le sue frequenti battute di caccia o pesca. Insomma, una scena equiparabile al bulletto di terza media che ruba la merenda al bambino di prima.
Il tutto è partito dal primo ministro britannico, Boris Johnson, il quale ha affermato che i leader europei avrebbero dovuto togliersi i vestiti, proprio per “far vedere che siamo più forti di Putin”. Per poi arrivare anche al premier canadese, Justin Trudeau, che avrebbe cercato di immedesimarsi in Putin con l’immagine di una cavalcata a torso nudo.
No, non siamo alla terza bottiglia di vino rosso o al quarto vodka lemon di un sabato sera milanese: stiamo sempre parlando dei presidenti che governano l’alleanza atlantica, quelli che dovrebbero rappresentare, difendere e tutelare gli interessi di un Occidente sempre più addentrato nella guerra tra Kiev e Mosca. Ed è così, che mentre il leader russo vola in Turkmenistan, i capi dell’alleanza cominciano a fare salotto, magari con cornetto e cappuccino, al posto di analizzare i problemi di fondo della più grande crisi geopolitica dalla caduta dell’Urss.
Gli insulti di Putin
La risposta di Putin è arrivata ancora prima della conclusione del G7: “Non fanno sport, esercizio fisico, abusano di alcol, hanno pessime abitudini”. E aggiunge: “Non so come vogliano spogliarsi, se sotto o sopra la cintura, ma penso che sarebbe uno spettacolo disgustoso.”
Insomma, volano colpi bassi dall’una e dall’altra parte, insulti, sberleffi. Il tutto sarebbe molto comico se solo non stessimo parlando dei potenti del mondo, ma fossimo in procinto di ascoltare una puntata de La Zanzara o guardare una puntata di Zelig.
Ecco a voi la nuova comunicazione tra belligeranti. Nel frattempo, tra un bianco e un rosso, tra una trazione ed una flessione, tra un fisico scolpito alla Ronnie Coleman ed uno alla Boris Johnson, noi cittadini attendiamo decisioni concrete sul lato del conflitto e della guerra economica. Sempre se avete tempo. Grazie.
Matteo Milanesi, 30 giugno 2022