Egregio Dott. Porro, le faccio una semplice domanda: in questo paese la libera impresa sancita dall’art.41 della Costituzione esiste sempre o il modello Cina, Corea è sempre più pregnante? Purtroppo per professione sono sempre alle prese con norme spesso e volentieri emanate di pancia, senza costrutto alcuno e che nella migliore delle ipotesi non servono a niente, nella peggiore producono danni incalcolabili.
Ieri, alle prese con la Legge di Bilancio 2025, nel leggere l’articolo 112 sobbalzo perché non credevo a quanto scritto. Mi sono detto: forse ho letto male, forse ho preso un abbaglio? In realtà più rileggevo e più avevo la conferma di quanto vi era scritto. La suddetta norma prevede che, anche negli Enti di diritto privato (era già previsto per gli Enti Pubblici) siano essi società, enti, organismi o fondazioni che ricevono anche in modo indiretto contributi a carico dello Stato e sotto qualsiasi forma per importi significativi (per il 2025 si parla di € 100mila) tali soggetti saranno obbligati ad avere all’interno del proprio organo di controllo o di revisione un rappresentante del MEF.
Ora posso anche condividere il fatto che vi siano dei controlli puntuali e precisi sui contributi erogati e che detti controlli vengano demandati a funzionari dello Stato, quello però che non è condivisibile, anzi intollerabile, è che si obblighi degli enti a nominare all’interno di un organo societario facente capo ad un soggetto di diritto privato, un membro di espressione pubblica.
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Posto che tali organi societari sono composti da professionisti in possesso dei requisiti oggettivi e soggettivi per svolgere detti ruoli e che soprattutto vengono pagati dalle imprese e come altri organi pesano sulle finanze sociali, mi chiedo: questi membri di espressione pubblica che dovrebbero riunirsi periodicamente, partecipare alle riunioni del Consigli di Amministrazione, alle Assemblee il tutto girellando per la penisola periodicamente, da chi verranno pagati i relativi compensi e rimborsi spese?
Saranno obbligati (anche loro) ad avere e pagarsi di tasca propria un’assicurazione di responsabilità civile come tutti noi oppure obbligheranno gli enti privati non solo a pagare i compensi e i rimborsi trasferta, ma anche polizze assicurative ad hoc? Se non ci ripensano andrà sicuramente così e gli oneri per i controlli effettuati dai controllori dei controllati saranno a carico degli stessi e questo mi convince poco, ma soprattutto è indegno di uno stato di diritto occidentale dove la libertà d’impresa non solo dovrebbe essere un mero principio di forma ma soprattutto dovrebbe essere garantito nella sostanza. È intollerabile che lo Stato in maniera surrettizia entri nel controllo e conseguentemente in parte anche nella gestione di soggetti privati.
Un grande liberale, pro tempore Presidente della Repubblica Luigi Einaudi ebbe a dire: “La libertà economica è la condizione necessaria della libertà politica”. Siamo sicuri che in questo paese la libertà d’impresa e quella politica sia ancora libera? Questa è roba degna delle peggiori ideologie socialiste ed io che non ho mai digerito i socialisti prima e i comunisti poi, ancor meno digerisco i socialisti sotto mentite spoglie.
Cordialmente
Massimo Micheli, 28 ottobre 2024
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