La farsa della finta solidarietà verso Israele per quanto successo il 7 ottobre è ormai finita. Gli antisemiti gettano la maschera e adesso riconoscono pure l’alto valore del massacro perpetrato da Hamas contro civili, donne, uomini e bambini, al confine con la Striscia di Gaza. Senza provare vergogna, infatti, ai microfoni di Quarta Repubblica una studentessa dell’Università di Bologna ha “rivendicato” l’attacco dei terroristi islamici che hanno sgozzato, stuprato e ucciso giovani durante un rave party.
“Siamo solidali con il popolo palestinese e con tutta la sua resistenza, anche con la lotta armata (di Hamas) perché ogni popolo ha diritto di difendersi come tutelato dal diritto internazionale – dice la ragazza ai microfoni di Nicola Porro – Il popolo palestinese subisce una oppressione colonialista da 100 anni ed è suo diritto difendersi con le armi, soprattutto con le armi, vista la violenza del regime israeliano”. E l’attacco del 7 ottobre? “Ma stiamo ancora parlando di giustificare cosa successo il 7 ottobre dopo sei mesi di genocidio? Non si può continuare a parlare di una iniziativa che ha rimesso la Palestina all”interno delle agende politiche di tutto il mondo? Noi lo rivendichiamo tutto, perché è un atto di resistenza”.
Tra gli “atti di resistenza”, evidentemente, la rappresentante dei centri sociali include anche gli stupri raccontati da Amit e le violenze subite dalle giovani donne dei kibbutz. E pensare che poi sono gli stessi, e le stesse, che l’8 marzo scendono in piazza per chiedere allo stop alle “molestie e alle umiliazioni”.