Armi efficaci contro il fumo? Prendiamo esempio dagli Stati Uniti d’America.
Le sigarette elettroniche aiutano a combattere il fumo o sono un grimaldello per depotenziare la lotta al tabagismo? Al di là della voluminosa letteratura scientifica che sembra propendere per la prima ipotesi, vediamo cosa succede nel mondo reale.
Prendiamo per esempio gli Stati Uniti che possono essere definiti i veri e propri pionieri della lotta al fumo con un’incidenza dimezzata nel corso di 50 anni. La ricetta? Da anni l’Agenzia federale Food and Drug Administration, responsabile per la regolamentazione di farmaci e prodotti del tabacco, riconosce il principio di riduzione del danno come strategia per contrastare il fumo. Ha previsto infatti l’introduzione della categoria “Prodotti del tabacco a rischio modificato”, status ottenibile a fronte di un articolato processo di revisione delle evidenze scientifiche disponibili sui nuovi prodotti. In base a tale evidenze, l’agenzia determina se un prodotto è appropriato o meno alla tutela, ovvero per la promozione della salute pubblica.
Nel 2020 ha autorizzato la commercializzazione di due prodotti ricadenti in questa categoria, un sistema elettronico per il riscaldamento del tabacco e il tabacco da uso orale. Anche per le sigarette elettroniche l’autorizzazione ottenibile soltanto se l’analisi della FDA determina che lo specifico prodotto è appropriato per la tutela della salute pubblica. Nel dott. del 2021 ha annunciato di aver autorizzato la commercializzazione della prima sigaretta elettronica degli Stati Uniti. Secondo il suo direttore, i dati del produttore dimostrano che i suoi dispositivi all’aroma di tabacco potrebbero avvantaggiare i fumatori adulti dipendenti che passano a questi prodotti, sia che scelgano di affidarci completamente o che optino per una significativa riduzione del consumo di sigarette.
Insomma, battere il tabagismo si può a patto, come sempre, di usare il buon senso. Grazie.