“L’uccello è libero”. Lo scrive Elon Mask e lo scrive su Twitter, praticamente sul suo nuovo gioiello di famiglia. Il magnate ha chiuso la lunga acquisizione del social network dei fighetti: 44 miliardi di euro, l’ingresso nella sede con un lavandino e il siluramento immediato dei tre top manager.
Sono mesi che ormai il tira e molla tra Musk e Twitter teneva banco nel mondo finanziario. Prima la proposta del papà di Tesla di comprarsi l’uccellino, poi il passo indietro, le polemiche sui dati degli account falsi, il rischio di una causa e infine la chiusura della pratica. Musk doveva chiudere entro oggi l’acquisizione o sarebbe iniziato un processo.
Niente aule di Tribunale e niente più posto di lavoro neppure per tre dei vertici della piattaforma. Secondo quanto apprendono i giornali da fonti anonime, Musk avrebbe messo alla porta subito dopo essere diventato il padrone di casa ben tre manager: il capo Parag Agrawal e altri due dirigenti, il cfo Ned Segal e il chief legal officer Vijaya Gadde. Vedremo se darà seguito all’indiscrezione secondo cui avrebbe licenziato due terzi dei dipendenti di Twitter.
In fondo lo aveva fatto capire: l’intenzione di Musk è quella di “rendere libero”, si intende dal politicamente corretto, il mondo dei twittaroli. Di sì ha sempre detto: “Sono progressista sui diritti civili, conservatore in quelli fiscali”. Andrà di traverso alla sinistra nostrana, ai liberal americani, tutti quei fan del politicamente corretto che gioivano alla cacciata di Donald Trump dal social. Non è detto che l’ex presidente tornerà, ma è probabile che Musk gli riapra la porta. I due non condividono quasi nulla nelle idee, eppure il visionario nato in Sudafrica riteneva folle chiudere la bocca a qualcuno. Qualsiasi cosa abbia da dire.