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L’Ucraina attacca Mosca. Qual è la nuova strategia di Zelensky

L’attacco dell’Ucraina sui cieli di Mosca di questa mattina svela il nuovo obiettivo di Zelensky. Ecco quale

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Prima il misterioso drone che ha colpito il Cremlino, poi gli attacchi alla città russa di Belgorod – confinante con l’Ucraina – ed ora una nuova offensiva con droni nei cieli di Mosca. La svolta della controffensiva di Kiev, ventilata ormai da mesi dagli Stati Uniti, sembra aver trovato un nuovo obiettivo: impegnare la Federazione anche all’interno dei propri confini, con atti di sabotaggio idonei a inculcare paura e preoccupazione nella popolazione.

L’obiettivo dell’Ucraina

Un tentativo, quindi, di disincentivare i cittadini russi dal sostenere il proseguo della “operazione militare speciale” in Ucraina, di fatto ponendo Vladimir Putin di fronte al fatto compiuto: quello di una oggettiva impossibilità di vittoria per entrambi gli schieramenti, ormai da mesi in una fase di stallo. La resistenza, però, tenta di smussare questa situazione partendo direttamente dal cuore della Russia. E “questa mattina, all’alba, un attacco di droni ha causato lievi danni a diversi edifici. Tutti i servizi di emergenza della città sono stati attivati. Finora, nessuno è rimasto ferito in modo grave”, ha dichiarato il sindaco di Mosca, Sergei Sobianine.

Per approfondire:

I vertici ucraini, comunque, hanno smentito le accuse russe di essere responsabile dell’attacco di questa mattina su Mosca. “Noi non c’entriamo nulla”, ha ribadito il consigliere presidenziale dell’Ucraina, Mykhailo Podolyak, aggiungendo però che Kiev “guarda con piacere e prevede un numero crescente di attacchi”.

La svolta dell’Ucraina sulla Cina

Nel frattempo, cominciano a delinearsi sempre più i rispettivi schieramenti che sostengono rispettivamente Kiev e Mosca. Da una parte, l’arsenale americano in Europa, ovvero la Polonia, ha annunciato lo stop del traffico di merci russe e bielorusse a partire dal 1 giugno; mentre, dall’altra parte, Zelensky è entrato a gamba tesa sulla Cina. Dopo 15 mesi di assoluta ambiguità del Dragone, infatti, il leader di Kiev ha definitivamente annunciato il rigetto del piano di “pace” proposto poche settimane fa da Pechino. “Non ci sostengono”, ha affermato il presidente ucraino, dopo che nelle scorse settimane aveva aperto ad una possibile soluzione di dialogo proprio con la Cina intermediaria.

La netta presa di posizione potrebbe far sporgere Xi Jinping in modo radicale sul lato russo, dopo che i media occidentali – nei mesi scorsi – avevano ventilato la possibilità che il Dragone fornisse armi e mezzi militari alla Russia grazie ai propri intermediari, ovvero direzionandole verso la Corea del Nord, la quale poi procedeva a fornirle direttamente al Cremlino.

Mosca sotto attacco

Ma il dato rilevante rimane comunque il cambio di rotta che l’Ucraina ha deciso di attuare in questi ultimi mesi. Da un conflitto essenzialmente interno si è passati ad una guerra di frontiera, dove più volte è la stessa Mosca a dover affrontare incursioni delle forze di resistenza di Kiev. Per iniziare, la strategia ha avuto un suo primo successo con il sabotaggio al ponte di Kerch, l’infrastruttura lunga 18 chilometri che collega la Crimea alla Federazione; nonché poi con l’omicidio della figlia del predicatore russo Dugin nel cuore di Mosca.

Solo nel mese di maggio, la capitale russa è già stata colpita due volte. E non mancano le tensioni all’interno dello schieramento russo. Ancora una volta, il leader del gruppo Wagner, Evgheni Prigozhin, si è scagliato contro il ministero della Difesa, accusandolo di aver consentito l’attacco coi droni contro Mosca. Una seconda offensiva, che si riproporrà sempre più con il logoramento della guerra.

Matteo Milanesi, 30 maggio 2023