Il senso di urgenza e l’obbligo di reagire nel nuovo scenario: questi i temi portanti del Consiglio Ue straordinario in programma a Bruxelles. Un summit cruciale, del resto la posta in gioco è alta, con due priorità: l’Ucraina e la difesa. Presente all’Europa Building anche il numero uno di Kiev Volodymyr Zelensky, che ha ringraziato l’Europa per non aver abbandonato il suo Paese. Ma uno dei passaggi più significativi risiede nelle parole di Ursula von der Leyen.
Le parole di Zelensky
“Grazie caro Antonio, cara Ursula. E voglio ringraziare tutti i nostri leader europei, prima di tutto, per un tale forte sostegno e per la discussione di un forte sostegno fin dall’inizio della guerra e di ciò che è stato fatto durante tutto questo periodo e per la scorsa settimana, siete rimasti con noi. E naturalmente, da tutti gli ucraini, da tutta la nostra nazione, avete un grande apprezzamento” le parole di Zelensky nel corso del punto stampa: “Siamo molto grati di non essere soli”. Il presidente ucraino s’è detto grato al Vecchio Continente per il segnale dato al suo popolo, a guerrieri, civili e famiglie: “Ed è fantastico che non siamo soli. Lo sentiamo e lo sappiamo. Grazie mille per tutto”.
L’allarme della von der Leyen
Come evidenziato in precedenza, è stato il discorso della von der Leyen a serrare le file a Bruxelles. L’ex ministro della Difesa di Berlino non ha utilizzato troppi giri di parole: questo è un momento spartiacque per l’Europa e l’Ucraina come parte della famiglia europea. “L’Europa affronta un pericolo concreto e presente, e quindi l’Europa deve essere in grado di proteggersi, di difendersi, così come dobbiamo mettere l’Ucraina in una posizione per proteggersi e spingere per una pace duratura e giusta” ha spiegato la von der Leyen: “Vogliamo una pace con la forza, ed è per questo che oggi presento ai leader il piano di riarmo dell’Europa”.
La von der Leyen è tornata sul piano di riarmo europeo che prevede fino a 800 miliardi di euro per investimenti nella difesa e offre agli Stati membri uno spazio fiscale per investire nella difesa, nonché la possibilità di investire nell’industria della difesa ucraina o di procurarsi capacità militari che vanno direttamente all’Ucraina: “Quindi è a vantaggio del riarmo dell’Europa, del riarmo dell’Unione europea, ma anche dell’armamento dell’Ucraina nella sua lotta esistenziale per la sua sovranità e integrità territoriale. Quindi oggi, Volodymyr, grazie per essere qui. È un momento molto importante per dimostrare che siamo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”.
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Il dossier nucleare
Altro dossier molto chiacchierato è quello relativo al nucleare. Ormai è noto: il presidente francese Emmanuel Macron ha offerto lo scudo nucleare agli alleati europei. E il premier polacco Donald Tusk è stato il primo a cogliere la palla al balzo, rimarcando che “vale la pena” prendere in considerazione anche la proposta della Francia dell’ampliamento della possibilità di deterrenza nucleare. Ma Mosca non ha accolto di buon grado l’ipotesi, anzi. Secondo il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, le affermazioni di Macron sul nucleare pongono una minaccia alla Russia. Il capo della diplomazia del Cremlino ha inoltre paragonato Macron a Napoleone e Hitler sostenendo che “loro affermavano apertamente” di voler “conquistare” e “sconfiggere” la Russia, mentre Macron “apparentemente vuole la stessa cosa, ma dice che è necessario combattere la Russia affinché non sconfigga la Francia” e che “la Russia rappresenta un pericolo per la Francia e l’Europa”.
Truppe europee in Ucraina
Discussioni necessarie anche sulla presenza di truppe europee in Ucraina. Se nelle scorse ore è stato registrato l’appoggio alla proposta da parte della Turchia, la Russia ha risposto in maniera a dir poco muscolare. Il già citato Lavrov ha spiegato che Mosca considererà la presenza delle truppe europee in Ucraina come la presenza delle truppe Nato: “Considereremo la presenza di queste truppe europee sul territorio ucraino allo stesso modo in cui abbiamo valutato la potenziale presenza della Nato” le sue parole riportate da Ria Novosti. Lavrov ha aggiunto che, indipendentemente dalle bandiere e dagli stemmi con cui verrà rappresentata questa operazione, saranno comunque coinvolte truppe dei Paesi della Nato e che quindi la Russia non vede “alcun compromesso” possibile sull’ipotesi di un dispiegamento di truppe europee.
Franco Lodige, 6 marzo 2025
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