L’esercito ucraino si è ritirato da Avdiivka, la città sul fronte orientale che da mesi affronta una feroce offensiva russa. Come i ben informati già sapranno, non si tratta di una caduta indolore. Quella delle scorse ore rappresenta la più grande vittoria di Mosca dopo il fallimento della controffensiva di Kiev dell’estate scorsa. “Secondo l’ordine ricevuto, ci siamo ritirati da Avdiivka sulle posizioni preparate in anticipo”, ha scritto in un messaggio su Telegram il generale di brigata Oleksandr Tarnavski.
Ma perché Avdiivka è così centrale nel conflitto tra Russia e Ucrana? Cittadina industriale al centro del Donbass, ospitava il più importante impianto ucraino per la produzione di coke, un combustibile derivato dal carbone, oggi diventato uno dei punti cardine della difesa di Kiev. Dal punto di vista militare è una città che rappresenta un avamposto fondamentale nei territori occupati da Mosca e già in passato era finita al centro di sanguinose battaglie: dopo la breve occupazione dei separatisti filorussi del 2014, seguita dalla liberazione ucraina, nel 2017 era stata luogo di uno dei più grandi scontri tra filorussi e ucraini.
La resistenza ucraina andava avanti da ottobre, quando i soldati – in inferiorità numerica e materiale – hanno tenuto botta ai continui assalti delle truppe di Putin. Il generale Tarnavski ha evidenziato a proposito del ritiro: “Nella situazione in cui il nemico avanza sui cadaveri dei propri soldati e dispone di dieci volte più obici questa è l’unica buona soluzione”. Ora le sue forze sono già posizionate nelle nuove linee di difesa. Ma si tratta di un pesante ko per il neo comandante in capo Oleksander Sirski: “Ho deciso di ritirare le nostre unità dalla città e spostarci in difesa su linee più favorevoli. I nostri soldati hanno svolto il loro dovere militare con dignità, hanno fatto tutto il possibile per distruggere le migliori unità militari russe e infliggere perdite significative al nemico”.
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La caduta di Avdiivka è l’ennesima brutta notizia per Volodymyr Zelensky, sempre più in difficoltà. Interpellato alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il presidente ucraino ha giustificato il ritiro come la “decisione giusta per salvare vite”. Ma da Mosca arrivano analisi diametralmente opposte. Come evidenziato dalla portavoce Maria Zakharova, le truppe ucraine si sarebbero ritirate da Avdiivka “perché il regime del presidente Volodymyr Zelensky sa combattere solo per denaro e solo contro i civili”. “Tutto il resto non conta per loro”, ha aggiunto la funzionaria del ministero degli Esteri.
Riflettori accesi ora sugli altri fronti delicati ma anche sugli aiuti per l’Ucraina. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha denunciato che il ritardo del Congresso degli Stati Uniti ad approvare il nuovo pacchetto di aiuti militari ha un “impatto diretto” sulla linea del fronte in Ucraina: “Il problema ora è che la mancanza di decisioni da parte del Congresso americano e significa che il flusso in arrivo dagli Stati Uniti è diminuito e che questo ha un impatto diretto sul fronte in Ucraina”. Stoltenberg ha evidenziato l’urgenza dell’intervento, testimoniato dalla caduta di Avdiivka in mano ai russi: Non si tratta di prendere le decisioni giuste, ma di prenderle al momento giusto, il prima possibile. E’ urgente. Ogni settimana in più che aspettiamo significa che altre persone saranno uccise al fronte in Ucraina”. Seguiranno aggiornamenti.