Non c’è pace neanche a Pasqua tra Russia e Ucraina. Nella mattinata di oggi, l’esercito di Kiev ha colpito il centro di Donetsk, in particolare la Cattedrale della Trasfigurazione mentre era in corso la veglia della Pasqua ortodossa. Ci sarebbero un morto e due feriti. La notizia è stata lanciata dalla Tass, citando l’amministrazione del distretto Voroshilovsky della cittadina governata dalle forze filorusse.
L’attacco è stato parte di una offensiva più ampia nella regione del Donbass, in cui sono stati colpiti circa cinquanta edifici residenziali. La Cattedrale, però, non è stato l’unico simbolo religioso ad essere stato indicato come obiettivo. Missili S-300, questa volta da parte dell’esercito russo, sono stati lanciati nella notte contro la chiesa ortodossa ucraina di San Michele Arcangelo, a Kushuhum, nella regione di Zaporizhzhia. Il che potrebbe far pensare che la mossa di Kiev sia stata un controrisposta alle azioni precedenti di Mosca.
La fonte, in questo caso, è un corrispondente di Ukrinform. “Nella notte un missile russo ha colpito la chiesa di San Michele Arcangelo del 1906. In quel momento, non c’era nessuna funzione e nessuna benedizione del cibo pasquale nella chiesa, di solito molto affollata la notte di Pasqua”, ha detto il capo della comunità, Yurii Karapetian. “C’era l’ordine di non tenere le funzioni notturne a causa della minaccia dell’attacco missilistico”, ha raccontato il sacerdote del luogo sacro.
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Nonostante gli attacchi, i rispettivi leader hanno comunque deciso di commemorare – almeno a parole – il periodo pasquale. In un videomessaggio divulgato dal Cremlino, Vladimir Putin ha lodato la Chiesa ortodossa per “il suo attivo impegno per la misericordia e la carità di fronte a gravi sfide”. Dall’altra parte, invece, Volodymyr Zelensky ha celebrato la “resurrezione di Cristo, il principale simbolo di vittoria: la vittoria del bene, della verità, della vita. Celebriamo la Pasqua con un’incrollabile fede nell’irreversibilità di queste vittorie”, concludendo così: “La guerra non può cancellarci, non può cancellare l’Ucraina, i nostri valori, le nostre tradizioni, le nostre festività”.
Al di là delle fortissime tensioni di queste ultime ore, il periodo pasquale ha comunque portato un esito positivo: l’esercito russo ha infatti liberato 130 ucraini presi in ostaggio, in cambio di altrettanti russi. Questo, a dire di entrambi gli schieramenti, rappresenta un “grande scambio pasquale”, affiancato a quello di lunedì, dove Russia e Ucraina hanno dichiarato di aver effettuato uno scambio con la liberazione di 106 prigionieri di guerra russi in cambio di 100 ucraini.