La mossa europea nasconde poi un altro pericoloso rischio. Von der Leyen accusa infatti Rt e Sputnik di “giustificare” la guerra dello zar russo diffondendo il ritornello della “missione militare speciale” per difendere i filorussi del Donbass dal “genocidio” ucraino. Bene. Chi ci assicura che prima o poi la censura non venga allargata anche ai media occidentali che – magari – contestano la politica di allargamento ad Est della Nato? Domanda: sarà ancora possibile affermare, giusto o sbagliato che sia, che l’Alleanza poteva evitare di stuzzicare l’orso russo? O che Luhansk e Donetsk potevano essere riconosciute come indipendenti prima di esacerbare gli animi?
Piccolo appunto: il principale oppositore di Zelensky in Ucraina, il magnate Viktor Medvedchuk, leader del partito di minoranza “Piattaforma di Opposizione” votato da milioni di elettori, è agli arresti da maggio con l’accusa di aver appoggiato le istanze dei separatisti in Donbass. I media che fanno a lui riferimento sono stati censurati, accusati tra le altre cose di criticare e indebolire Zelensky durante il governo al tempo del Covid. I beni di Medvedchuk sono stati congelati, nonostante sia il leader del maggiore partito di opposizione. Ci dica, Ursula: sarà ancora legittimo affermare che se una simile mossa l’avesse presa Lukashenko contro gli oppositori bielorussi non avremmo esitato a parlare di repressione?
Giuseppe De Lorenzo, 28 febbraio 2022